“The Wolf of Wall Street” è la vera storia di Jordan Belfort, fondatore della Stratton Oakmond e per quanto possa apparire surreale, questo signore esiste davvero. Possiamo pensare che Scorsese abbia reso cinematografica la narrazione di Belfort, ma chi ha letto il libro sa bene che la biografia è talmente grottesca che si fatica a crederci. Eppure, è così.

Complice una clientela ignorante, Belfort di è dedicato alla vendita telefonica di Pennystock, che altro non sono che aziende non quotate, quindi senza un prezzo ufficiale con cui confrontare il prezzo. vendita pura quindi.

Il sogno di far soldi senza fatica, che ci accompagna e ci solletica ogni volta che sentiamo qualche rarissimo fortunato, diventa il viatico di questo venditore eccezionale, senza scrupoli, che incassa commissioni a fiumi e con cui acquista ogni genere di bene inutile, quali cavalli, auto e yacht.

Fino a quando non viene intercettato dall’FBI che, nel giro di qualche anno, lo arresta e mette fine ai suoi sogni di gloria. Ci serve Belfort? Certo, per ricordarci quanto siamo fragili e ingenui davanti a figure capaci e senza scrupoli. Sì, perché diventiamo loro complici, alla ricerca dell’impossibile. A volte, i sogni sono più affascinanti della realtà, e per un attimo di benessere, sacrifichiamo l’amor proprio di una vita.