Markets
Lunedì
Inizia la settimana nella quale si entrerà nel vivo della stagione delle trimestrali. Al rientro dal weekend, la notizia principale è sicuramente la rinuncia alla corsa alle elezioni del presidente Biden, il quale ha sostenuto la vicepresidente Kamala Harris come candidata democratica alla presidenza. In seguito all’importante newsflow, i mercati partono con il piede giusto. I listini del Vecchio Continente ottengono guadagni generalizzati attorno al punto percentuale. Migliore le performance di Wall Street con quasi tutti i settori in verde (Nasdaq +1.55%; S&P500 +1.10%; Russell +1.70%).
Martedì
Dopo un inizio di settimana positivo, Wall Street, in attesa delle trimestrali, registra una seduta in marginale ribasso, con nuovamente una overperformance delle small cap (Russell +1%; Nasdaq -0.4%; S&P500 -0.2%). Intanto, fronte macro, le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono scese del 5.4% a giugno. Al pari dei listini americani, terminano in marginale ribasso anche le piazze europee.
Mercoledì
Giornata caratterizzata da importanti trimestrali. Google ha riportato solidi risultati nel secondo trimestre in termini di utili e ricavi, ma ha segnato un calo dei ricavi pubblicitari su Youtube ed un aumento del Capex per lo sviluppo dell’infrastruttura cloud legata ai servizi di AI. Per questo motivo, è stata bersaglio di forti vendite da parte degli investitori, chiudendo a -5%. Tesla invece ha mancato le stime degli analisti con un calo netto per quanto riguarda i margini (-12%). I ribassi di Google e Tesla hanno evidentemente depresso il sentiment di mercato ed aumentato la risk aversion (Nasdaq -3.7%; S&P500 -2.3%). In Europa, invece, il colosso del lusso LVMH ha riportato numeri inferiori sui ricavi, colpito dal calo di domanda in Cina. Questo ha comportato un calo di tutto il settore e favorito la discesa dei listini (Eurostoxx -1.10%).
Giovedì
Dopo la chiusura in netto rosso di ieri, terminano misti i listini di Wall Street, con il comparto tecnologico ancora negativo (Nasdaq -1%; S&P500 -0.5%; Russell +1.3%). A livello macro, il pil annualizzato degli Stati Uniti è salito al 2.8% nel secondo trimestre, ben al di sopra del consenso previsto al 2% e in risalita dal precedente 1.4%.
Venerdì
Giornata caratterizzata da importanti dati macroeconomici. Il PCE core, indicatore sull’inflazione americana, è aumentato dello 0.2% a giugno su base mensile, di fatto in linea con le attese degli analisti. La variazione su base annuale è invece risultata del 2.6%, in linea con la precedente rilevazione, ma oltre la previsione di 2.5%. A fronte dei dati, chiude in rialzo Wall Street sospinta dalle mega cap (Nasdaq +1%; S&P500 +1.1%). Ottima anche la chiusura europea (Eurostoxx +1%).
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dall’uscita di importanti trimestrali, nonché da alcuni appuntamenti macroeconomici. Negli Stati Uniti, Tesla e Google hanno riportato: la prima ha effettivamente mancato le stime registrando margini in evidente calo; la seconda ha in realtà osservato globalmente numeri positivi, ma è stata penalizzata per il leggero calo dei ricavi pubblicitari sulla piattaforma Youtube e per un aumento del capex che però identifica l’intento di investire nello sviluppo del cloud e dei servizi legati all’intelligenza artificiale. In Europa, sia Kering che LVMH, giganti del lusso, hanno visto una discesa dei ricavi, in parte dovuta da un calo della domanda in Cina. A livello macro, nella settimana si è riunita la Bank of Canada, la quale ha optato, come da previsioni, per un taglio di 25 bps, portando il tasso di riferimento al 4.50%
Lato mercati, le trimestrali e le conseguenti vendite sui titoli hanno depresso il sentiment e aumentato la risk aversion. Negli Stati Uniti in netto calo il tech (Nasdaq -2.50%) mentre in controtendenza le small cap con l’indice Russell in rialzo di tre punti. Poco mossi invece i listini europei.
Sul fronte obbligazionario, in leggera discesa i rendimenti governativi, con il decennale tedesco in discesa di 6 bps (al 2.40%) e quello italiano di 2 bps (al 3.75%).
Infine, in progresso il dollaro, con il cambio contro euro a 1.085.
Le nostre linee di gestione sicuramente non sono state agevolate dalla difficile settimana sui mercati. Tuttavia, quelle a componente azionaria, hanno contenuto la discesa dei listini americani. In progresso invece le linee obbligazionarie.