Perché non dovete usare la formula “eredi legittimi” per designare i beneficiari di una polizza
Perché non si deve usare la definizione generica di “Eredi legittimi”?
Perché i beneficiari dovranno pagare il notaio per un atto notorio, che richiede la presenza degli eredi e di due testimoni, i quali dovranno confermare che si tratta effettivamente degli eredi del de cuius.
Non solo, ma se il defunto non ha comunicato ai beneficiari l’esistenza della polizza, la compagnia non cercherà gli eredi legittimi, in quanto non sa chi siano.
Passo indietro. Nel 2017, l’IVASS, l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, avviò un’indagine sulle polizze definite “dormienti”, ovvero polizze dove non era possibile determinare se l’assicurato fosse ancora in vita o defunto.
La legge prevede che le polizze scadute o i capitali non riscossi debbano essere versati alla CONSAP, dopo 10 anni. L’IVASS ritenne che fosse importante avere una dimensione del fenomeno e il dato che emerse fu che ben 4 milioni di polizze erano dormienti. Stimando prudenzialmente circa 1000 euro per contratto, la stima fu di circa 4 miliardi di capitali non riscossi.
Da quel momento, l’IVASS, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, effettua l’incrocio fra codici fiscali dei beneficiari e Anagrafe Tributaria, la quale ha l’evidenza dell’esistenza in vita degli assicurati. In questo modo, l’IVASS può segnalare alle compagnie i decessi non comunicati alle stesse e queste possono contattare i beneficiari. Ovviamente, e questa è la parte che ci interessa, non è agevole cercare gli eredi legittimi.
Quindi, l’indicazione generica di “eredi legittimi”, diventa uno schermo per la Compagnia nel caso di ricerca dei Beneficiari.
Indicate, nome cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita. Nel caso di sinistro, il capitale verrà erogato in circa 40 giorni, di cui circa 10 per il certificato di morte, e 30 giorni, che è il termine massimo previsto dalle norme, per la Compagnia,