Taglierà la FED o no? Il mercato prezza al 100% (oggi) il taglio di un quarto di punto. L’inflazione è piatta intorno al 3%, sopra target, ma fisiologica con un’economia frizzante come quella statunitense. Il numero di disoccupati è aumentato di 219.000 a 7,603 milioni, mentre il numero di occupati è aumentato di 251.000 a 163,645 milioni. La forza lavoro è cresciuta di 470.000 a 171,248 milioni, portando il tasso di partecipazione alla forza lavoro al 62,4%. Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è aumentato al 4,4% a settembre 2025 dal 4,3% del mese precedente, superando le aspettative che si attestavano al 4,3% e segnando il livello più alto da ottobre 2021.
Si inizia a discutere per la successione di Powell, che rappresenta un tema delicato per l’Amministrazione Trump, che chiede tassi bassi per spingere l’economia e per pagare interessi inferiori sul Debito. Nel frattempo in Italia, la tifoseria celebra la riduzione dello spread, confondendo il costo del debito con un indicatore di rischio. Brutte notizie per chi si illude: il costo del debito è piatto dall’inizio dell’anno, e la riduzione dei tassi è dovuta ai tagli della BCE che non ridurrà ulteriormente i tassi. Molto rumore per nulla.

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