La Francia entra ufficialmente in una robusta crisi politica. L’uscita di scena di Bayrou segna il quinto cambio del Primo Ministro in due anni. Cosa è successo? Il parlamento francese ha bocciato l’iniziativa di Bayrou che prevedeva tagli per 44 miliardi di spesa pubblica. La crisi, tuttavia, non è solo causata dalla proposta del premier, ma dallo scollamento fra il popolo e la politica, incapace di capire le necessità del francese medio. Il deficit della Francia quest’anno è stimato al 5,4% del PIL, ben oltre le soglie previste dalla UE e da quelle del buon senso. I mercati temono per la dimensione del debito, al 133% del PIl, ma soprattutto per la traiettoria del deficit, che continua ad attestarsi a livelli preoccupanti.
Negli USA, i non-farm payrolls hanno confermato un rallentamento della crescita dei posti di lavoro e potrebbero indurre la FED a iniziare i tagli a settembre con un Jumbo taglio, di mezzo punto. In ogni caso, il mercato prezza un taglio di 25 bps al 100%. Quindi, azioni su, dollaro giù. Ma sarà come sempre o i mercati riterranno un brutto segnale il taglio, che conferma le perplessità della FED sul futuro dell’economia americana? Vedremo. Venerdì prossimo verrà pubblicato il CPI (Consumer Price Index) e un altro tassello ci darà indicazioni sul futuro dei mercati.