Fiscalità e dintorni

“Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”, diceva il sommo Poeta, ed è quanto ti chiedo di fare affrontando questo argomento. E’ difficile capire la logica con cui è stato progettato il sistema fiscale, ma ci interessa il risultato.

I redditi prodotti dai capitali, in Italia, sono tassati al 26%. Un quarto abbondante del rendimento. Solo i titoli di stato fanno eccezione perché sono tassati al 12,50%.

Fin qui è tutto semplice. Ma cosa succede quando un investitore perde soldi? Non paga imposte (ci mancherebbe!), ma accumula un credito con cui potrà abbattere le imposte dovute nei successivi quattro anni.

Il punto difficile da gestire è che la legge prevede che ci siano due famiglie di reddito: la prima è figlia del normale rendimento dell’investimento, come cedole obbligazionarie e dividendi azionari, la seconda è la conseguenza del rischio assunto, come aumento o diminuzione del prezzo di un’azione o un’obbligazione. La prima famiglia è definita “Reddito da capitale” e la seconda “Redditi diversi”. Il reddito da capitale è sempre dovuto, mentre i redditi diversi possono essere compensati.

Quindi, se compro azioni o obbligazioni e perdo perché il prezzo scende, accumulo imposte da scontare, esattamente del 26% sulla perdita. Ma sui dividendi e sulle cedole le imposte le pago comunque.

Il serbatoio di crediti da compensare è generato solo dai redditi diversi, quindi minus da azioni, obbligazioni, ETC (Exchanged Traded Commodities), derivati e così via. Le minus da “redditi diversi” possono essere compensate da plusvalenze della stessa famiglia. E qui nascono le complicazioni. Sì, perché i fondi e le SICAV producono plusvalenze della famiglia dei redditi di capitale. Quindi, se perdete soldi con fondi e SICAV, non potete recuperare il credito fiscale con gli stessi strumenti.

Cosa succede, in sintesi? La quasi totalità dei risparmiatori italiani non utilizza il credito fiscale perché non sa come compensare. Dopo 4 anni, il credito evapora, per cui se ne perdono anche le tracce.

Chiedete al vostro intermediario l’evidenza del vostro cassetto fiscale. Poi parliamone. Potete recuperare le minus e non buttarle via.