Approfondimento FED
Nella serata di mercoledì, ore 20:00 italiane, Jerome Powell è uscito allo scoperto parlando senza fronzoli e ammettendo che l’inflazione ha raggiunto livelli insostenibili. Il livello attuale di inflazione 6,8% nell’ultima rilevazione, potrebbe minare la massima occupazione. Questo quanto sostenuto il capo della FED, aggiungendo che si è lavorato ad un piano di rialzo dei tassi, già nel prossimo anno, e ad una congiunta riduzione del piano di acquisti (-30bln mese). Powell ha proseguito affermando che la FED si aspetta un’inflazione in diminuzione nei prossimi tre anni ma il ritmo di aumento dei tassi si è notevolmente velocizzato rispetto a quanto previsto due mesi fa.
Approfondimento BCE
Sul fronte europeo, nella giornata di giovedì la BCE, ha annunciato il termine del PEPP a Marzo 2022 (come previsto). Al contempo, il reivestimento dei proventi del PEPP perdurerà sino al 2024. Inoltre, per colmare la mancanza del PEPP, il comitato direttivo della BCE ha convenuto di aumentare il vecchio piano di QE denominato APP portandolo nel secondo trimestre 2022 a 40 bln mensili. Inoltre, la Lagarde ha dichiarato che sarà molto difficile che la BCE aumenterà i tassi nel 2022 soprattutto con una situazione pandemica non ancora definita del tutto.
Monetary Policy
La settimana passata è stata caratterizzata da pochi dati macroeconomici ma determinanti.
Il PPI al di sopra delle attese in US, ha delineato quello che per molti era già chiaro, ovvero un surriscaldamento nell’indice dei prezzi al consumo.
In Asia si è registrato un rallentamento nelle Retail Sales pari a un punto percentuale. Al contempo la produzione industriale per il mese di novembre è aumentata anche oltre le aspettative.
In Europa l’indice dei prezzi al consumo di Francia e Italia sono risultati in linea con le aspettative anche se in Italia si è registrata un leggera diminuzione.
Sul fronte statunitense, la settimana passata è stata una settimana ricca di dati. Le Retail Sales per il mese di novembre sono risultate in sensibile riduzione rispetto al mese di ottobre. I dati sul mercato del lavoro hanno continuato a confermare una situazione in via di miglioramento. Le richieste di sussidio di mantenimento hanno toccato il minimo da inizio anno.
I dati PMI statunitensi sono risultati più bassi delle aspettative, mancando così le stime degli analisti in tutte le sezioni.
A chiudere la settimana è stato il dato sul CPI Europeo attestatosi in linea con il mercato e con la precedente rilevazione.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata senza dubbio caratterizzata dalle comunicazioni delle banche centrali. In America la FED è uscita allo scoperto annunciando la non temporaneità dell’inflazione e una situazione che rischia di surriscaldarsi. I toni trasparenti e ottimisti di Jerome Powell, hanno convinto gli operatori e permesso una parziale distensione sul fronte azionario.
In Europa la situazione è risultata nuovamente più arretrata. La Lagarde ha annunciato la fine naturale del PEPP nel mese di marzo 2022 ma ha anche ampliato il programma APP. Inoltre, i crescenti timori circa nuove chiusure, sia in Germania che in Italia, stanno minando quella crescita che non sembra più essere così vigorosa.
Ad ogni modo, la settimana passata è stata segnata dalle prese di profitto e dal risk off in vista della fine dell’anno. Wall Street è riuscita a mettere a segno solamente una seduta positiva su 5, registrando inoltre un sensibile aumento del VIX (volatilità sull’S&P 500) di oltre 3 punti.
Fronte obbligazionario
I tassi US hanno registrato una diminuzione nella giornata di lunedì su tutta la curva. Il calo è stato mantenuto pressoché per tutta la settimana nonostante vi sia stata un po’ di volatilità nelle giornate di mercoledì e giovedì.
Fronte azionario
In Europa il mercato azionario ha contenuto le perdite rispetto agli Stati Uniti, con la piazza di Milano a contenere il movimento ribassista (-0,41%). Male invece Parigi -0,93%.
Linee di Gestione SCM
In generale, le nostre linee, grazie al sottopeso equity, hanno riportato una flessione minore rispetto al mercato. Le linee a composizione obbligazionaria, hanno giovato del movimento dei tassi. Il nostro fondo Stable Return si è riportato sui massimi con una performance da inizio anno del +5,70%.