Markets

Lunedì

Avvio negativo per l’Europa. I dati PMI hanno confermato la tenuta del settore manifatturiero e l’impatto della variante Omicron sul settore terziario. Sul fronte geopolitico, aumenta la pressione sulla crisi Ucraina con gli Stati Uniti pronti a dispiegare ulteriori forze a supporto della NATO. Nel frattempo, l’Eurostoxx ha definitivamente lasciato il rimbalzo accumulando oltre 2 punti percentuali di ribasso già nelle prime ore.

Il News Flow derivante dalla politica, ha innescato una price action generalizzata. Wall Street dopo aver avviato la seduta con un ribasso di due punti ha rapidamente capitolato, seguito dall’Eurostoxx 50 che ha aumentato il ribasso con i Tech e Industriali a capitanare la ritirata (Information Technology -6.40%). In serata Wall Street ha nuovamente stupito, attorno alle 18:30 ore italiana il mercato, che fino ad allora aveva accumulato perdite superiori ai 4 punti percentuali (S&P 500 4.220 -4.00%; NASDAQ 13.720 -4.93%), ha iniziato a riacquistare il sottostante spingendo gli indici a colmare il gap creato in giornata (S&P 500 +0,28%; NASDAQ + 0,63%).

Martedì

Ormai gli States la fanno da padrona sulla scena finanziaria guidando le borse in base al suo andamento. In tali termini l’Europa ha aperto sopra la parità recuperando, seppur marginalmente, sulle perdite del giorno prima. Prosegue l’Earning Season ma al momento meno di 100 aziende delle 500 dell’S&P hanno riportato con un Earnings Surprise del 4%.

Mercoledì

Avvio di giornata positivo per l’Europa che sembra decisa a recuperare sulle sedute precedenti. Nonostante le preoccupazioni in vista della fine dei due giorni dell’FOMC, Wall Street ha aperto in positivo con l’S&P sopra i 4.400 (livello di chiusura di venerdì). Le piazze europee hanno chiuso con un profitto medio di due punti percentuali, mentre le parole di Jerome Powell circa un’inflazione più elevata, ha fatto capitolare il mercato statunitense.

Giovedì

All’indomani delle dichiarazioni del Presidente della FED, l’Asia risulta essere pesantemente in rosso con la borsa di Tokyo a -3.11%. All’avvio, l’Europa ha aperto in territorio negativo (Eurostoxx 50 -1.40%). Contestualmente i futures americani perdono oltre 2 punti. Nel pomeriggio i dati macro hanno sorretto il trend rialzista di Wall Street che, dopo aver accumulato discreti guadagni sulla chiusura di mercoledì, ha perso momentum ricapitolando e chiudendo a -0.54% (S&P 500) e -1,40% il NASDAQ.

Venerdì

Dopo un avvio sulla parità, l’Europa ha iniziato a perdere terreno, complici i poco rassicuranti dati macro (vdi. Monetary Policy). In chiusura l’Eurostoxx 50 perdeva 1.15% in linea con le perdite riportate dalle piazze di Francoforte e Milano. La seduta statunitense, partita in negativo, ha iniziato ad accumulare profitti chiudendo in rally e riportando l’S&P 500 sopra i 4.400 (+2.43%). Ottima anche la performance del NASDAQ che ha segnato la miglior seduta da inizio anno +3.13%.

APPROFONDIMENTO TASSI

Nella serata di mercoledì, si è conclusa la due giorni della Federal Open Market Committee, dal quale è emersa una FED più aggressiva del previsto. Il temporaneo, definito come non permanente, si è rivelato essere un livello insostenibile, muovendo i membri della FED ad intervenire sul mercato e segnando di conseguenza la fine di un ciclo economico. Se da prima il mercato stimava un triplice rialzo tassi, rivisto a dicembre, come quadruplo, attualmente il mercato ha iniziato a mettere in discussione il numero dei rialzi (che potrebbero essere 5) e soprattutto l’entità di essi. Infatti, non si escluderebbe l’idea di un primo rialzo a marzo del doppio di quello previsto (25bps).

Monetary Policy

EUROPA RALLENTA

Sul fronte europeo la settimana è iniziata con i dati relativi ai PMI. Sul fronte manifatturiero si è assistito ad un’accelerazione del settore, con dati sopra le attese. Al contrario il settore terziario è risultato essere in forte rallentamento rispetto al mese di dicembre.

In Germania, le IFO Expectations sono aumentate a quota 95.2 battendo sia le stime, sia il dato di dicembre.

Infine, a chiudere la settimana europea è stato l’economic confidence con un livello nel mese di gennaio pari a 112.7, mancando le aspettative di oltre due punti. Va precisato che il dato relativo a gennaio è stato rivisto al ribasso di un punto e mezzo.

AMERICA SOTTO INTERROGAZIONE

Sul fronte statunitense la settimana è iniziata anch’essa con i dati PMI, i quali, al contrario dell’Europa sono risultati essere tutti (settore manifatturiero, terziario e composito) in rallentamento rispetto al mese di dicembre.

Nell’insieme dei dati pubblicati nella scorsa settimana, si riporta una situazione in cui il mercato del lavoro risulta stabile. Al contrario la produzione e gli ordini sono diminuiti a causa, principalmente, della scarsità di materie prime. Gli indicatori di sentiment e fiducia hanno fatto un passo indietro dal mese di dicembre, constatando una situazione di incertezza rispecchiata sul mercato.

In questo contesto di incertezza il dato relativo al GDP rilasciato giovedì, ha battuto le aspettative (6.0%) attestandosi al 6.9%.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dall’accelerazione della Federal Reserve circa le misure di politica monetaria e dal conseguente picco di volatilità sui mercati finanziari. Nella settimana passata, l’indice di volatilità VIX sull’S&P 500 ha toccato il massimo a quota 32, livello registrato solamente nel gennaio scorso.

Sul fronte azionario la settimana è stata caratterizzata da un andamento altalenante con l’Europa in scia sulle chiusure americane. L’S&P 500 nella settimana è oscillato in un corridoio compreso tra i 4.500 e 4.200, accelerando nel finale di seduta di venerdì. Le somme a fine settimana sono un rendimento positivo del +0,77%. Anche il NASDAQ ha avuto un andamento simile con la rottura nella giornata di martedì e giovedì dei 14.000.

Negative le piazze europee che non trovano il rimbalzo finale registrato da Wall Street. Tra le peggiori Milano e Francoforte, capitanate dall’Eurostoxx 50 a -2,19%

Sul fronte obbligazionario la curva statunitense si è appiattita con le scadenze a breve (2Y e 3Y) che hanno accelerato rispetto alle scadenze a lungo. Il treasury a 2 anni nella sola settimana passata, ha registrato un incremento di circa 20 bps a fronte di 1 bps di incremento sul decennale.

In Europa le elezioni del Presidente della Repubblica, hanno generato volatilità lato bond spingendo lo spread BTP-BUND a quota 140 bps.

In generale, le nostre linee di gestione sono rimaste stabili rispetto alla settimana passata minimizzando i picchi di volatilità registrati dal mercato. Sul fronte obbligazionario, i tassi non hanno inficiato sulla performance delle linee obbligazionarie che, seppur negative, sono rimaste stabili. Il sottopeso azionario che conserviamo da qualche mese sulle nostre linee di gestione, ci ha permesso di dimezzare la discesa della componente azionaria (Aggressiva -4,60% vs S&P 500 -9,22%).