Markets

Lunedì

Avvio di settimana influenzato dal rimbalzo registrato a Wall Street nelle ultime battute di venerdì. L’Europa ha avviato la seduta su toni positivi con l’Italia in forte recupero dopo la conferma di Mattarella al Quirinale. Anche lo SPREAD ha giovato della scelta, riportandosi al di sotto dei 130 bps. Sul fronte azionario la giornata ha visto le piazze europee recuperare circa un punto percentuale e quelle statunitensi, supportate dalle trimestrali, in rally (S&P 500 +1,89% e NASDAQ +3.29%).

Martedì

Avvio di mese positivo per l’Europa, che sorretta dai dati PMI, in miglioramento nel dato aggregato e soprattutto con una diminuzione dell’incidenza della variante Omicron, ha proseguito il rimbalzo. Bene la piazza di Parigi (1.43%) e Madrid (1.32%). In generale l’Eurostoxx 50 si è riposizionato sopra i 4.200 (+1.19%). Negli States l’energy, le commodity e le banche hanno trainato con il Dow Jones a +0.78% e il NASDAQ di poco alle spalle (+0.75%).

Mercoledì

Giornata cruciale per l’Europa che attende il dato sull’inflazione. La seduta è partita sopra la pari e nella mattinata si è assistito ad una accelerazione con l’Eurostoxx 50 a sondare i 4.260. Purtroppo, il movimento rialzista è stato frenato da un CPI europeo al 5.0% e il mercato ha gradualmente perso terreno andando a chiudere in territorio negativo. A Wall Street l’earning season prosegue più composta rispetto a quelle a cui eravamo stati abituati nel 2021. I risultati, molto più vicini alle aspettative, non stanno fornendo quel supporto per un rally dell’azionario. Al contrario le review sulle guidance prospettano una crescita più lenta dell’anno passato. Ad ogni modo la seduta, supportata dalla trimestrale di Google, si è svolta con tono positivo con le Utilities e il Real Estate a trainare l’S&P 500.

Giovedì

All’indomani di una delle peggiori trimestrali di Facebook (META), l’Europa ha aperto negativa sulla scia dei future statunitensi. Attesa nel pomeriggio la conferenza stampa del Presidente Lagarde circa le future misure di politica monetaria. Inflazione più persistente del previsto e crescita ferma ai livelli di dicembre. E’ quanto emerso nella conferenza della BCE, nella quale hanno confermato la fine del piano PEPP a fine marzo e una politica data sensitive rispetto ai dati sul CPI. Alla notizia, il mercato obbligazionario ha segnato forti ribassi con il BTP a 10 anni a +20 bps e il BUND a +12 bps. L’azionario del vecchio e del nuovo continente ha capitolato riportando perdite superiori all’1%. Male anche il NASDAQ che affossato da Facebook, ha perso oltre 2 punti percentuali.

Venerdì

La trimestrale di Amazon pubblicata nell’after-market non è riuscita a calmierare il quadro sempre meno chiaro e sempre più aggressivo della Banca Centrale Europea. Dopo un avvio sopra la pari, l’Europa ha corretto riportandosi in territorio negativo con i tassi ad accumulare ulteriori 10 bps. La chiusura europea avviene con una perdita generalizzata di oltre un punto percentuale, mentre Wall Street, in serata, trova le basi per avanzare e chiudere con S&P 500 sopra i 4.500 e il NASDAQ prossimo ai 14.100 (+1.58%).

Monetary Policy

EUROPA, CAMBIA MARCIA

Sul fronte europeo la settimana, ricca di dati macro, è iniziata con il dato sul GDP, in linea con le attese, e con il CPI, europeo e tedesco, in marginale diminuzione. L’indice dei prezzi al consumo tedesco non ha registrato quel calo stimato dagli analisti al 4.4%, ma è comunque passato dal 5.3% ad un 4.9%. Analoga la situazione europea dove il dato armonizzato nel mese di gennaio si è attestato al 5.1%.

I dati PMI relativi ai principali paesi europei, hanno mostrato una situazione di rallentamento in Italia e una situazione in linea con le aspettative per Francia e Germania. In generale, seppur marginalmente, si è notato un rallentamento dei vari settori PMI (manifatturiero, terziario, composito).

Sul fronte tassi nulla di nuovo, ad eccezione delle dichiarazioni dei membri della BCE i quali, a fronte di questi livelli di inflazione, non escluderebbero un rialzo tassi già nel 2022.

In Inghilterra, al contrario, la Bank of England ha fatto il primo rialzo tassi di 25 bps portando il tasso di riferimento a 0.500%.

AMERICA, ACCELLERAZIONE SUL MERCATO DEL LAVORO

Sul fronte statunitense, la settimana si è concentrata sui dati del mercato del lavoro riportando una situazione in netto miglioramento rispetto al mese di dicembre. I sussidi sono risultati in linea con le aspettative e si mantengono sui minimi.

Il dato più eclatante è stato il dato relativo al Change in Nonfarm Payrolls, il quale ha registrato un’impennata degli occupati di circa quattro volte il numero stimato dal consensus. La situazione sempre più matura, sta muovendo quella che è l’opinione degli operatori circa l’entità del primo rialzo tassi di marzo. Sarebbe infatti, per alcuni, plausibile un primo rialzo tassi di 50 bps al contrario dei 25 bps stimati.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dalla pubblicazione del CPI europeo, attestato al 5.1%, e dalla conseguente conferenza stampa della BCE. Il cambio di passo della Banca Centrale Europa, la quale ci aveva abituato ad anni di politica ultra-accomodante, ha scosso i mercati. Il livello “temporaneo” di inflazione è diventato insostenibile, muovendo così il Board della BCE a valutare un rialzo tassi già per il 2022.

Alla notizia il mercato ha capitolato con i governativi a segnare pesanti perdite, Il BTP si è mosso di 20bps solamente nella giornata di giovedì, raggiungendo 1.750 nella giornata di venerdì (+46bps nella settimana). Il BUND tedesco, più contenuto nel movimento ha comunque registrato nella settimana un rialzo di +25 bps su tutta la curva.

Sul fronte statunitense il miglioramento del mercato del lavoro ha alimentato le paure circa un possibile primo rialzo tassi di 50bps. Il tasso decennale statunitense ha registrato un rialzo di 14 bps portando il treasury a quota 1,900.

Sul fronte azionario è proseguita l’earning seasons, riportando non pochi colpi di scena. Giovedì META (facebook) ha perso 230 miliardi $ di capitalizzazione (-25%) dopo aver mancato le aspettative sui dati trimestrali. Il fatturato, gli utenti e gli utili sono solamente alcuni dei fattori che sono risultati al di sotto delle aspettative, generando così correzioni sul target price e il relativo re pricing. Al contrario nella giornata di venerdì il colosso del marketplace Amazon ha battuto le attese registrato nel quarto trimestre un EPS più che raddoppiato rispetto alle attese e un EBITDA superiore del 15.48%. il titolo ha guadagnato in borsa di oltre 13 punti percentuali.

In questo contesto Wall Street ha nuovamente registrato un incremento dell’indice di volatilità e una performance complessiva che è risultata positiva solamente nelle ultime ore del venerdì (S&P 500 +1.55%).

In Europa la forte correzione registrata sul mercato obbligazionario ha comportato una flessione dell’azionario continentale, il quale ha chiuso la settimana con l’Eurostoxx 50 a -1,23%.

In generale, le nostre linee di gestione a composizione obbligazionaria hanno risento dell’impennata dei tassi segnando una performance negativa. Sul fronte azionario le linee grazie alla sottopeso equity sono riuscite a mantenersi meno volatili del mercato, contenendo le perdite. Grazie alle coperture effettuate il fondo di SCM ha contenuto il movimento al rialzo delle curve dei tassi mentendosi ben al di sopra dei benchmark di riferimento.