Markets

Lunedì

Avvio di settimana caratterizzata dalla chiusura americana a causa del President’s Day. In Europa la crisi ucraina ha visto nella giornata le ore più buie. Il Presidente Putin ha annunciato che prenderà in durante la giornata, una decisione sul riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche del Dunbass (Donetsk e Luhansk). In caso in cui lo stato russo riconoscesse le due zone come indipendenti, questo gli permetterebbe di entrare nella zona militarmente a sostegno dei separatisti. In questo contesto l’azionario europeo è stato in balia del newsflow riportando perdite nell’ordine del 2%. L’Eurostoxx 50 in chiusura ha perso i 4.000. In serata il presidente russo Vladimir Putin, ha firmato il documento per il riconoscimento delle due repubbliche di Donetsk e Luhansk.

Martedì

Avvio influenzato dall’andamento dei future. La situazione ucraina ha preso il sopravvento sul newsflow togliendo i riflettori a qualsiasi altro dato. La seduta ha aperto con la mobilitazione dell’esercito russo nel Dunbass al fine di offrire sostegno ai separatisti. L’occidente ha condannato le azioni della Russia e non si sono fatte attendere le sanzioni. In questo clima, le materie prime hanno proseguito la corsa e l’azionario europeo, dopo aver perso oltre un punto e mezzo nelle prime ore di seduta, ha recuperato nel finale. Differente l’andamento degli indici di Wall Street che hanno proseguito la discesa portando l’S&P 500 nella zona di correzione, a -10% da inizio anno.

Mercoledì

Avvio di seduta positivo sulla base di una distensione sul fronte diplomatico. L’impressione è che gli alleati stiano cercando di incentivare Putin a fermarsi, concedendogli a poco prezzo l’annessione delle due repubbliche. Positiva anche Wall Street ma il mercato ha girato dopo che l’intelligence statunitense ha rilasciato una nota in cui sosteneva che la Russia si stesse preparando ad un’invasione su tutta l’Ucraina. Il mercato europeo ha chiuso in lieve flessione, Eurostoxx 50 -0.30%, più arretrato l’S&P 500 -1.84%.

Giovedì

Alle 4:00 ore italiane, Putin ha lanciato l’offensiva su tutta l’Ucraina. Alla notizia il mercato ha reagito con un Risk Off generalizzato. I Future hanno iniziato a scavare riportando pesanti perdite (4/5%) su tutti i settori. Bene solamente l’oro. Dopo le prime battute, Wall Street ha registrato un movimento tecnico di rimbalzo dai minimi. Senza dubbio, l’Europa avrà maggiori ripercussioni dalla vicenda e inoltre il conflitto peserà maggiormente sui ciclici a favore dei tech. Alla chiusura, i listini vedevano l’Eurostoxx 50 giù di oltre tre punti mentre il Nasdaq e l’S&P 500 in forte risalita (+3.44%, +1.50%).

Venerdì

Il focus, ovviamente, è rimasto rivolto alla guerra ucraina, e dopo una flessione post apertura, gli indici europei hanno costruito guadagni fino alla chiusura. L’€ dopo il crollo di giovedì si è ricomposto tornando sopra l’1.12. A Wall Street è proseguito il rimbalzo con particolare enfasi sull’S&P 500 che ha chiuso la giornata a +2.24%. È necessario precisare che siamo di fronte ad un rimbalzo da ricoperture, ovvero dettato dalle ricoperture dopo aver venduto le posizioni corte sul mercato.

APPROFONDIMENTO UCRAINA

24/02

Questa mattina abbiamo assistito all’inizio di un’azione militare da parte della Russia contro l’Ucraina. Quella che sembrava un’azione limitata al riconoscimento delle due repubbliche del Donbass, si è rivelata essere un’offensiva su larga scala. L’obiettivo, dichiarato da Putin, sarebbe quello di demilitarizzare l’Ucraina. Per l’appunto, l’offensiva si starebbe concentrando sulle basi militari e sugli aeroporti.

I paesi europei e gli Stati Uniti hanno condannato l’atto, ma per il momento sembra continuare la via delle sanzioni, escludendo, per ora, un intervento armato da parte della NATO.

In questo contesto il mercato ha reagito con una corsa verso gli “Safe Asset”.  Infatti, da questa mattina Oro, Treasury e Bund hanno registrato un’importante crescita. Sul fronte azionario, nella notte i futures hanno riportato pesanti perdite ma dopo aver toccato il minimo attorno alle 7:00, stanno ritracciando.

25/02

Dopo i bombardamenti di ieri, le milizie russe hanno preso il controllo degli aeroporti e di alcune basi militari del paese. Ora l’obiettivo, pubblico e dichiarato da Mosca, è l’attuale presidente e le resistenze in essere schierate su Kiev. Verosimilmente nel corso del fine settimana, assisteremo ad una avanzata da differenti fronti da parte dei militari russi verso la capitale. Il fine ultimo ovviamente sarebbe quello di sovvertire l’attuale governo per instaurarne uno legato al Cremlino.

Nella serata di ieri, il discorso del Presidente statunitense Joe Biden, ha rassicurato il mondo sull’approccio al conflitto in essere. Infatti, ha proseguito la politica sanzionatoria escludendo un intervento armato. Il mercato ha reagito alla notizia andando a ricolmare il gap creato nella mattinata e dando la sensazione di essere prono ad uscire dalla fase di correzione. Inoltre, l’approccio alle misure sanzionatorie, sembra risultare meno duro di quanto stimato dagli analisti. La Germania ha richiesto, infatti, di escludere dalle sanzioni, la chiusura diretta di conti esteri intestati a cittadini russi e di lasciare negoziabili le obbligazioni corporate con sede russa.

26/02

Prosegue il conflitto tra Russia e Ucraina. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, ha riferito ai giornali che le principali forze russe hanno ripreso la loro avanzata, interrotta ieri pomeriggio a causa di possibili negoziati tra le due parti. Purtroppo, sempre da quanto riportato dal portavoce, la parte ucraina avrebbe rifiutato i negoziati. Per ora, infatti, la situazione risulta essere ancora tesa e gli scontri sempre più violenti. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che rimarrà nella capitale e difenderà il proprio paese. Secondo quando riportato dal sindaco di Kiev, la capitale sarebbe già sotto il controllo dei russi, ma al momento il Presidente sembra non essere dello stesso avviso.

Nel frattempo, continuano le sanzioni da parte dei paesi della NATO che si fanno sempre più dure. La sanzione più drastica rimane l’esclusione della Russia dal sistema Swift, che porterebbe sicuramente causare moltissimi problemi al sistema dei pagamenti delle banche russe. Questa misura ancora non è stata adottata ma la sua applicabilità rimane tema di discussione e non è da escludersi.

27/02

Aumenta la pressione nel conflitto russo-ucraino. Questa mattina le truppe russe sono entrate a Kharkiv, la seconda città più grande del paese. Gli scontri si sono intensificati, e secondo quanto riportato dal porta voce russo anche le due città di Kherson e Berdyansk sarebbero accerchiate. Un possibile punto di svolta sarebbe arrivato nel pomeriggio quando, dopo aver rifiutato un incontro in Bielorussia, il presidente Ucraino Zelensky si è dimostrato favorevole ad incontrare la controparte russa al confine tra Ucraina e Bielorussia. L’incontro sarebbe atteso per domani, ma nonostante la possibilità di un cessate al fuoco la situazione rimane molto tesa.

Continuano le sanzioni da parte dei paesi europei e non solo. Infatti, anche il Giappone si sarebbe unito alle sanzioni imposte alla Russia, escludendola in prima istanza dal sistema dei pagamenti Swift, misura già adottata dai paesi del vecchio continente e dagli Stati Uniti. Di fatto, attraverso questa misura, si è voluti bloccare tutti i conti correnti russi dai sistemi di pagamento internazionale.

Monetary Policy

EUROPA: MIGLIORAMENTO DELLA SITUAZIONE MACRO

Sul fronte europeo la settimana si è aperta con i dati PMI che hanno mostrato un miglioramento della situazione sul settore terziario e composito. In leggero rallentamento il settore manifatturiero.

I dati sull’indice ai prezzi al consumo, pubblicati la scorsa settimana, hanno visto l’Italia registrare una diminuzione della pressione sul fronte inflazionistico passando dal 5.3% al 5.1%. Mentre è rimasto stabile il dato europeo registrato al 5.1%, in linea con le attese.

In Europa, ovviamente prima dello scoppio del conflitto era migliorato anche l’economic confidence e il consumer confidence.

AMERICA: IN ACCELERAZIONE

La situazione statunitense continua a rimanere prospera e stabile. La settimana è iniziata con i dati PMI, tutti in miglioramento dal mese di gennaio, con una spiccata accelerazione da parte del settore terziario. Molto bene anche il mercato del lavoro che registra nuovi minimi sul fronte dei sussidi.

Sul fronte del GDP,  la rilevazione del 4 trimestre si è attestata al 7.1% battendo le aspettative fissate a 6.9%. In miglioramento i dati relativi alla Personal Income e Personal Spending certificando, di fatto, il miglioramento della situazione salariale statunitense.

A chiudere la settimana è stato il sentiment rilasciato dall’Università del Michigan, rilevato in aumento di oltre un punto rispetto al mese di gennaio.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dall’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia. Le vie diplomatiche non sembrano aver trovato l’accordo sperato e nella notte di giovedì, il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’invasione. Ovviamente il conflitto ha concentrato tutta l’attenzione, eclissando tutti i dati macroeconomici della settimana.

I beni di rifugio come il $ e l’oro, hanno proseguito il rialzo iniziato la settimana precedente. Contestualmente, lo scoppio della guerra, ha fatto schizzare alle stelle i prezzi del petrolio e del Natural Gas. Nella giornata di giovedì, il Brent Crude ha toccato i 105$ (+8.0%) per barile mentre il Natural Gas ha segnato un nuovo massimo storico a 347.00 segnando un +60% nella giornata

Sul fronte azionario si è assistito ad un rimbalzo dai livelli tecnici di giovedì, principalmente a causa delle ricoperture sui derivati. I settori maggiormente sotto pressione sono stati i finanziari, a causa delle possibili implicazioni a fronte dell’esclusione delle banche russe dallo Swift e le utilities a fronte dell’esponenziale aumento del costo dell’energie. In Europa, ovviamente anche a causa della vicinanza del conflitto e degli interessi, la settimana si è conclusa con una performance negativa di oltre 2,5%.

Il rimbalzo registrato a Wall Street nella giornata di giovedì e la crescita di venerdì, ha agevolato gli indici statunitensi che hanno chiuso la settimana in territorio negativo.

Sul fronte obbligazionario i tassi hanno chiuso la settimana in pari dopo una discesa nelle giornate di mercoledì e giovedì di oltre 15 bps sul Bund decennale. Anche l’€, dopo aver toccato 1.10 contro il dollaro nella giornata di giovedì, si è ricomposto sopra il livello tecnico di 1.12.

In generale, le nostre linee di gestione continuano ad essere sotto pressione anche se, grazie al sottopeso equity, si mantengono al di sopra dei benchmark di riferimento. La presenza in portafoglio di posizioni sull’oro e sulle materie prime, ha certamente contribuito a mitigare la discesa dei listini azionari e ha garantito una buona protezione del patrimonio.

Sul fronte obbligazionario la situazione generale resta quella di tassi al rialzo nell’area USA ed Europea a cui si è aggiunto l’allargamento degli SPREAD che ha amplificato il movimento al ribasso dell’asset class.