Markets
Lunedì
Avvio di settimana negativo influenzato dalle ‘notizie lampo’ derivante dal conflitto ucraino. La ripresa dei negoziati non ha creato molte aspettative circa un reale punto di svolta. Nel frattempo, la Germania ha dichiarato che non interromperà le forniture di Gas dall’est. Apre di fatto una piccola spaccatura sulla gestione unitaria delle politiche energetiche europee. Chiusura negativa sia per l’Europa che per l’America.
Martedì
Giornata di distensione sul fronte ucraino a fronte di un cessate al fuoco, al fine di garantire la sicurezza dei corridoi umanitari. Sul fronte mercati, si è registrato un leggero rimbalzo da parte della piazza di Milano, la migliore in Europa, (+0.80%). Perdite contenute a Wall Street (S&P 500 -0.72%).
Mercoledì
Il cambio di narrativa della guerra, ha riportato speranza e ottimismo sui mercati finanziari. Nonostante non vi sia ancora alcuna notizia circa un cessate al fuoco, il movimento dato dalle ricoperture su posizioni corte, ha generato un rimbalzo sui mercati azionari. Fin dalle prime battute l’Europa, ed in particolar modo il settore bancario, ha mostrato un trend rialzista solido, portandolo a chiudere la seduta con guadagni superiori al 7% (Eurostoxx 50 +7.44%). Più contenuta Wall Street.
Giovedì
Dopo il nulla di fatto in Turchia tra il Ministro degli Esteri russo e quello ucraino, la giornata è stata guidata dagli appuntamenti dell’agenda economica. Nel primo pomeriggio, le dichiarazioni di Christine Lagarde hanno mostrato una BCE più “dura” del previsto. Viene velocizzata la riduzione del piano di acquisto APP (40bln ad aprile, 30 a maggio e 20 a giugno) e conferma la fine del piano PEPP a marzo. La reazione del mercato è stata tempestiva in particolar modo su quello obbligazionario. Il BTP ha guadagnato dai 15 ai 20bps con l’€ che si è riportato al di sopra del 1.11.
Venerdì
Seduta positiva per l’Europa. Dopo un nulla di fatto alla conferenza di Versailles circa l’ammissione dell’Ucraina nell’UE, ha riportato discreti guadagni sul mercato azionario. A Wall Street il tono costruttivo ha lasciato spazio a un risk off dettato dalle incertezze dell’agenda del weekend.
Monetary Policy
EUROPA: CONFERMA I TASSI MA ACCELERA SU TAPERING
Sul fronte europeo, la settimana è stata caratterizzata dalla riunione della BCE e dalla decisione di velocizzare il tapering. Come riferito dal Presidente Christine Lagarde a fronte dell’attuale stato dell’economia, il consiglio direttivo della BCE ha deciso di portare a termine il PEPP nel mese di marzo e previsto una parallela riduzione del piano di acquisto APP in 3 tranches (40bln ad aprile, 30 a maggio e 20 a giugno). Senza sorprese i tassi sono rimasti invariati e i dati della settimana sono risultati essere in linea con le attese. Il GDP dell’eurozona è rimasto stabile su base annua al 4,6%.
AMERICA: DOPPIO MANDATO SOTTO LA LENTE
L’agenda economica degli Stati Uniti è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati relativi al mercato del lavoro e dell’inflazione. Sul mercato del lavoro la settimana si è aperta con i dati Jolts che hanno mostrato un incremento di posti di lavoro di oltre 300mila unità. Le richieste di sussidi nella settimana sono aumentate ma non in maniera preoccupante.
Sul fronte inflazionistico, l’indice dei prezzi al consumo, è risultato essere in linea con le attese al 7.9% su base annua e a 0.8% su base mensile.
Il Sentiment rilasciato dall’Università del Michigan ha registrato una flessione di oltre due punti, portando l’indice al di sotto della soglia dei 60 punti, mostrando un peggioramento della situazione economica.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata da un cambio di narrativa del conflitto ucraino, con una possibile apertura da parte di Mosca e dalla riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.
Nella giornata di mercoledì, durante un colloquio con il Primo Ministro bielorusso, il Presidente Vladimir Putin ha affermato il miglioramento dei colloqui con la delegazione ucraina. Distensione confermata anche dal Presidente Zelensky che a fronte di un’apertura da parte della Russia si è mostrato favorevole, almeno sulla carta, a lavorare ad un accordo. La distensione ha comportato un miglioramento dell’azionario continentale e statunitense.
Per contro, nella giornata di giovedì, il cambio di passo della politica monetaria europea ha causato un peggioramento della situazione sui mercati con un riposizionamento delle curve dei tassi. La scelta già annunciata di non posticipare la fine del PEPP, è stata congiunta con la scelta di ridurre il piano APP già in essere in tempi pre covid. La Banca Centrale Europea, in sincrono con la FED, sta cercando di contenere la fiammata inflazionistica, la quale si sta rivelando sempre meno temporanea. Sul fronte statunitense, il delicato contesto geopolitico ha indirizzato i membri della FED a valutare 4 rialzi tassi da 25 bps ciascuno. Nonostante la situazione in Europa sia ancora prematura rispetto agli States, non è escluso un primo rialzo tassi già alla fine di quest’anno.
Ad ogni modo la settimana si è conclusa con buoni guadagni da parte dell’asset class azionaria europea (Eurostoxx 50 +3.68%) e perdite nell’ordine del 3% per Wall Street. La differenza di performance è principalmente attribuibile al rimbalzo del mercato europeo che da inizio anno stava ampiamente sottoperformando il mercato americano.
Sul fronte obbligazionario, le curve dei tassi europee si sono spinte verso l’alto in virtù delle dichiarazioni della Banca Centrale Europea. Il Bund decennale nella sola settimana è avanzato di oltre 32 bps.
In generale, le nostre linee di gestione hanno beneficiato del movimento dell’azionario europeo anche se non avendo un’esposizione diretta al settore bancario europeo, il quale è quello che ha beneficiato maggiormente del rimbalzo, la contribution sulle linee è stata contenuta. Sul fronte obbligazionario il rialzo dei tassi ha messo nuovamente sotto pressione le linee bond e il fondo di SCM.