Markets

Lunedì

Avvio di settimana positivo influenzato dalla distensione e dai lavori sul fronte diplomatico. Nella giornata l’Eurostoxx ha accumulato profitti arrivando nel primo pomeriggio a superare il 2%. Nel pomeriggio, anche Wall Street ha accelerato ma riuscendo a consolidare i progressi fatti, complice la debolezza del settore Tech.

Martedì

Giornata di nervosismo in Europa. Difficile attribuire uno specifico catalyst, ma senza dubbio la debolezza dell’Asia e le tensioni sul fronte ucraino, hanno inciso sulla performance. Nel pomeriggio, Wall Street ha riportato vigore sul mercato facendo chiudere le piazze europee sulla parità e chiudendo in serata con il NASDAQ a +3.16%.

Mercoledì

Giornata intensa sul fronte mercati. Sul fronte asiatico si è assistito alla fine di un ciclo. Il vicepremier cinese Liu He ha annunciato che il governo introdurrà politiche supportive al mercato e che il periodo di restrizionismo è giunto al termine. Alla notizia il mercato, in forte pressione da inizio anno ha rimbalzato con l’Hang Seng Tech a capitanare la risalita con un +22%.

Il focus della giornata sul fronte continentale avrebbe dovuto essere la fine dei due giorni del Federal Open Market Commitee con la relativa decisione di rialzo dei tassi in US.  Il conflitto ucraino ha monopolizzato il newsflow. L’indiscrezione pubblicata dal Financial Times circa una possibile bozza di accordo su 15 punti sulla quale i due paesi starebbero lavorando, ha generato un riposizionamento da parte degli operatori finanziari. Dopo aver chiuso le posizioni corte sono corsi a riacquistare il sottostante. In serata Jerome Powell ha annunciato il primo rialzo tassi dal 2018. Il numero uno della FED ha chiarito che la banca centrale rimarrà data dependent e che ogni meeting potrebbe essere “buono” per rialzare tassi. Senza dubbio il clima di guerra esercita una pressione sull’indice dei prezzi al consumo. Dovranno pertanto adottare precauzioni affinché il livello di inflazione non salga oltre a quello attuale. Inoltre, hanno anticipato che le quantitative tightening inizierà “in uno dei prossimi meeting”. Annunciando, di fatto, la riduzione dell’immenso bilancio federale.

Giovedì

Giornata di ritracciamento sul rally di ieri. Oggi il newsflow dal fronte è stato scarico. Al contempo, non sono mancati i dati macro che hanno mostrato un miglioramento del mercato del lavoro in USA. Sul fronte mercati, l’azionario ha corretto nell’ordine del mezzo punto percentuale. Sull’asset class obbligazionaria si è registrato un leggero rialzo dei prezzi governativi. Nell’insieme, giornata positiva anche Wall Street che avanza con l’S&P 500 che riprende i 4.400 (+1.23%).

Venerdì

Apertura sottotono per l’Europa. Nella giornata non sono previsti dati macro ma si attende l’incontro tra Joe Biden e Xi Jinping. Dopo un avvio negativo, il newsflow derivante dal meeting, ha permesso una distensione sul mercato azionario. Il dollaro si è rafforzato e l’obbligazionario governativo avanzava leggermente.

Monetary Policy

EUROPA: CROLLA SULLE ATTESE TEDESCHE

Sul fronte europeo, la settimana è stata caratterizzata da un panorama in cui il livello dei prezzi al consumo è aumentato dal precedente 5.8% al 5.9%. Complice, senza dubbio, l’attuale crisi ucraina e la pressione sui prezzi energetici. In Francia il CPI è risultato essere al 4.2%, più basso rispetto al dato aggregato europeo.

Le aspettative dei dati ZEW tedeschi sono crollate da +54.3 a -39.3. Sinonimo dell’attuale situazione di tensione sia sul fronte economico che finanziario.

AMERICA: I TASSI SI MUOVONO

Il tanto dibattuto rialzo è arrivato. Come si poteva immaginare, alla fine è stato di 25 bps. La FED ha optato per una politica in linea con quanto dichiarato anche se i toni riguardanti il bilancio federale e il QE, sono risultati essere più aggressivi di quanto immaginato. Inoltre, il numero uno della Federal Reserve, ha tenuto aperta la possibilità di valutare un rialzo tassi per ognuna delle 7 riunioni dell’FOMC rimanenti. Powell ha precisato che la FED sarà data dependent e in base allo stato dell’economia provvederanno a rallentare o velocizzare la riduzione del bilancio federale.

I dati relativi al mercato del lavoro sono risultati in ulteriore miglioramento portando le richieste di sussidi ai minimi da inizio anno.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dalla riunione della FOMC (Federal Open Market Committee), tenutasi giovedì, e dal conflitto ucraino, il quale, purtroppo continua a monopolizzare il newsflow sui mercati. Come già visto nelle settimane passate, il conflitto sta coinvolgendo tutto il panorama diplomatico. Al momento non si è ancora giunti ad un cessate al fuoco ma nella settimana passata si è assistito ad una stabilizzazione delle posizioni detenute dalle forze russe.

Il continuo dialogo tra le due parti, continua a far ben sperare e il mercato ha iniziato a scontare una possibile soluzione diplomatica. In Europa, nella settimana passata, nonostante la crisi energetica e i nuovi massimi toccati dal CPI, il mercato azionario ha messo a segno 3 sedute positive su 5 con l’Eurostoxx 50 a +5.85%. Tra le piazze europee, la migliore è stata quella di Francoforte a +5.76%, più arretrata Milano.

Sul fronte statunitense, l’annuncio di Jerome Powell è stato in linea con le aspettative, anche se i toni “hawkish” sulla riduzione di bilancio, ha lasciato alcuni interrogativi circa la rapidità nella diminuzione del bilancio federale, il quale ammonta a circa 9 trillioni di dollari.

Sarà per tanto cruciale monitorare le prossime riunioni della FOMC che, a fronte della situazione macro del paese, potrebbero riservare colpi di scena.

Sul fronte mercati la settimana ha registrato, di fatto, un rimbalzo dell’azionario, con i settori maggiormente colpiti da inizio anno a capitanare la risalita (Finanacial e Utilities in Europa e Tech in America). Sul fronte obbligazionario, le pressioni inflazionistiche e le conseguenti politiche monetarie, hanno fatto guadagnare al tasso statunitense oltre 15 bps; più contenuto il movimento sulle curve europee.

In generale, le nostre linee di gestione a composizione azionaria hanno rimbalzato riducendo il GAP creato da inizio anno. Sul fronte obbligazionario, il rialzo dei tassi continua a mantenere sotto pressione l’asset class anche se fondo di SCM, grazie alle coperture è riuscito a ridurre le perdite e a mantenersi sopra i benchmark di riferimento.