Markets

Lunedì

Avvio di settimana influenzato dai toni costruttivi di Istanbul (luogo dei negoziati tra Russia e Ucraina). Fin dalle prime battute, l’Europa si è mostrata positiva andando ad influenzare anche i futures americani. Sul fronte obbligazionario, i rendimenti hanno riportato forti rialzi sia nel vecchio che nel nuovo continente. Con l’apertura di Wall Street, il sentiment si è un po’ affievolito con il newsflow focalizzato sul conflitto e sul braccio di ferro tra EU e Russia circa il metodo di pagamento delle forniture di Gas. La chiusura ha visto gli indici avanzare solo marginalmente rispetto ai progressi della mattinata.

Martedì

Sul fronte negoziati si avvertono segnali positivi dall’incontro tenutosi quest’oggi tra i diplomatici russi e quelli ucraini. Secondo indiscrezioni si starebbe lavorando ad una bozza di accordo, parlando di una neutralità da parte dell’Ucraina e del riconoscimento delle due Repubbliche del Donbass come indipendenti.  Inoltre, la Russia avrebbe ridefinito gli obiettivi focalizzandosi sulla liberazione del Donbass e riposizionando le truppe di terra. Alla notizia, il mercato si è disteso riportando importanti profitti. Eurostoxx 50 +2.58%, S&P500 +1.23%.

Mercoledì

Giornata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati CPI europei. La Spagna ha mosso il mercato fin dalle prime battute con il dato Year on Year al 9,8%. Ovviamente i rendimenti europei hanno preso a salire sostenuti dal CPI tedesco rilasciato alle 14:00. Sul fronte ucraino, gli Stati Uniti hanno messo in dubbio le reali intenzioni della Russia, creando un po’ di tensione sul mercato. In chiusura, le piazze europee segnavano perdite nell’ordine del punto percentuale (Francoforte -1.45%), mentre più contenute le perdite per gli States (NASDAQ -0.67%).

Giovedì

L’ultimo giorno del trimestre si è avviato con un tono positivo per l’Europa che nella mattinata ha riportato discreti progressi. Il newsflow ha visto la notizia, data da Biden, di un aumento delle vendite di petrolio di 1 milione di barili al giorno. L’annuncio ha immediatamente agito sul prezzo, attenuando la pressione che da mesi infervora sull’inflazione. Sul fronte ucraino, è ripreso il braccio di ferro circa la valuta di regolamento del gas russo. Sul mercato l’equity, complice la chiusura del trimestre, ha riportato perdite generalizzate su tutte le piazze, segnando il peggior trimestre dal 2020.

Venerdì

Avvio di mese debole per l’Europa che prova a costruire sui minimi di ieri. I dati macro pubblicati nella giornata, non hanno aiutato, raffigurando una situazione di stagflazione. Anche Wall Street, a fronte dei dati, ha faticato trovare in prima battuta un rimbalzo e ha corretto poi il movimento verso la fine di seduta chiudendo in territorio negativo (S&P 500 -0.24%).

Monetary Policy

EUROPA: DETERIORAMENTO

Sul fronte europeo, la settimana è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati sull’indice dei prezzi al consumo per i principali paesi europei. I dati hanno confermato che il conflitto ucraino e la conseguente pressione sui prezzi delle materie prime, hanno inasprito ulteriormente lo scenario inflattivo. Andando per ordine, il CPI della Germania è risultato essere oltre due punti superiore rispetto a quello di febbraio. In Francia si è attestato al 4,5% contro i 3,6% precedenti e in Italia al 7,0%. Il dato aggregato CPI Estimate YoY è salito al 7.5% dal precedente 5.8%, andando a prefigurare una situazione ben lontana dal fantomatico 2%. Inoltre, l’incremento dell’inflazione senza il corrisposto aumento dei salari, sta causando il crollo dei salari reali.

Sul fronte economico, la confidence è diminuita in linea con le attese mentre il tasso di disoccupazione europeo è rimasto invariato al 6.8%.

AMERICA: CONFERMA

Inizio di settimana caratterizzato da un ottimo dato sulle Wholesale Invetories, più che raddoppiate. Conference Board Consumer Confidence, rivisto in netto peggioramento per il mese di febbraio e in linea con le attese nel mese di marzo.

La settimana passata ci ha fornito un quadro abbastanza dettagliato della situazione sul mercato del lavoro statunitense. I dati JOLTS sui nuovi posti di lavoro, sono rimasti pressochè invariati anche se è necessario precisare che i dati relativi al mese di febbraio sono stati rivisti al rialzo e per tanto si sarebbe registrata una diminuzione da un mese all’altro. A seguire anche l’ADP ha mostrato una situazione stazionaria con una differenza di solamente 2.000 occupati in meno rispetto al mese precedente. Sul fronte sussidi, i dati si attestano sui livelli del mese scorso rimanendo di fatto poco mossi.

A stupire sono stati i dati sugli occupati nel Nonfarm, risultati essere oltre 200K in meno rispetto al mese di febbraio. A ciò si è aggiunto un dato sul Personal Income, stabile ma con una Personal Spending che è passata da 2,1% allo 0,2%.

Infine, il dato ISM sul settore manifatturiero, è risultato debole rispetto alle attese, ma ad ogni modo non allarmante.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dalla distensione sul fronte ucraino grazie ai colloqui tra le due controparti e alla pubblicazione del dato sull’inflazione in Europa.

Sul fronte ucraino, la stazionarietà del conflitto ha permesso alle borse di focalizzarsi sull’intensa agenda economica. Dal fronte continuano i colloqui tra le due controparti, le quali starebbero lavorando ad una bozza comune. I principali temi di dibattito sembrano essere l’indipendenza dell’Ucraina e il riconoscimento delle due Repubbliche del Donbass come indipendenti.

Sul fronte macroeconomico, la situazione in Europa sembra peggiorare con l’inflazione ai massimi e i salari che non tengono il passo. Nella settimana passata sono stati pubblicati i dati CPI di Germania, Francia e Italia. Tutti ben al di sopra dell’obiettivo target del 2%. Anche in America, nonostante il mercato del lavoro sia ottimo, si è assistito ad una diminuzione della Personal Spending, segnale non troppo positivo per la crescita.

Sui mercati azionari, la settimana si è articolata in una distensione nei primi giorni della settimana e in un successivo ritracciamento a fronte della pubblicazione dei dati sull’inflazione europea. Anche Wall Street ha chiuso la settimana pressoché sulla parità, complice la chiusura (negativa) del trimestre.

In generale, le nostre linee di gestione si sono mantenute stazionarie in linea con il mercato. Sul fronte obbligazionario nonostante i dati sul CPI europeo non abbiamo assistito ad un significativo ritracciamento dei tassi, complice il movimento della settimana prima.

Le linee a componente azionaria hanno proseguito la corsa su nuovi massimi, mentre rimangono stabili le linee a componente obbligazionaria.

Nota di merito: Prosegue in territorio positivo la linea PIR che si mantiene sui massimi.