Markets
Lunedì
Avvio di settimana positivo per l’Europa. Tra i settori migliori i bancari trainano il FTSE MIB (+2.33%). Buona anche la partenza di Wall Street che vede l’S&P 500 lasciare i 4.000 e superare la soglia dei 4.100 (+1.06%).
Martedì
Giornata in attesa da dato sul CPI statunitense. Gli analisti si attendono una diminuzione dal precedente 8.5% all’8.1%. Alle 14:30 ore italiane è stato pubblicato il dato registrato all’8.3% con la componente core in rialzo (+0.6%). La diminuzione inferiore alle attese ha fatto da catalyst per un mercato che risultava già debole. Il bilancio in chiusura è pesante, S&P 500 -4.32%, NASDAQ -5.54%. Sul fronte obbligazionario si riporta il nuovo massimo toccato dal Treasury a 2 anni 3.77% (+19bps). Mentre sul mercato si è iniziato a prendere in considerazione la possibilità di un rialzo da parte della FED di 100 bps.
Mercoledì
Borse europee in catch up con la chiusura americana. Permangono resilienti le banche europee. A Wall Street la seduta si è svolta senza particolari spunti, con gli indici poco mossi dopo lo storno di martedì. Ad ogni modo la chiusura vede l’S&P 500 avanzare di 0.34% e il NASDAQ di 0.84%.
Giovedì
Giornata ricca di dati macro (vdi. Monetary Policy). Nonostante il mercato del lavoro americano si mantenga tonico, le retail sales e i Philly FED hanno peggiorato il sentiment sul mercato. In chiusura gli indici perdevano circa l’1% overall.
Venerdì
Apertura sottotono per l’Europa appesantita dalle dichiarazioni del membro della BCE Rehn sul rischio di una recessione. In Europa la seduta ha visto gli Industrial essere ancora penalizzati nonostante il contratto Future TTF sia sotto i 200€/MWh. In chiusura la piazza di Francoforte è risultata essere la peggiore -1.66%. In America il trend ribassista è proseguito con l’S&P 500 che ha rotto i 3.900 ed ha continuato ad accumulare ribasso.
Monetary Policy
EUROPA: CPI STAZIONARIO MA CALA IL SENTIMENT
In Europa la settimana è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati sul CPI. Ad aprire la settimana è stato il dato relativo alla Germania, immutato all’8.8%. Francia e Italia si sono aggiunti successivamente ma il bilancio risulta pressoché invariato.
Il dato aggregato, rilasciato venerdì riporta l’indice dei prezzi al consumo al 9.1% nel mese di agosto. La componente core è al 4.3%.
AMERICA: CPI SOPRA LE ATTESE
In America il market mover della settimana è stato il dato sul CPI. E’ risultato in diminuzione rispetto al mese di luglio ma di meno rispetto alle aspettative del mercato. In tali termini l’aumento della componente core ha causato il risk off dal mercato.
Venendo agli altri dati, il mercato del lavoro si mantiene tonico, con le richieste di sussidi ai minimi da agosto. I Philly Fed sono risultati in netto peggioramento, in linea con il deterioramento della situazione.
Infine, le Retail Sales hanno subito una diminuzione di 0.3% nella rilevazione Ex Auto, mentre l’industrial production è diminuita dello 0.2%.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata dai dati sull’inflazione. In Europa la situazione è risultata pressoché invariata. Al contrario in America l’aumento della componente core ha ostacolato la diminuzione del dato aggregato. Neanche a dirlo la curva dei tassi statunitense si è traslata in alto con il Treasury 2 anni sul massimo dal 2007.
Sul fronte azionario il risk off di martedì ha visto il NASDAQ in rosso di oltre 5 punti percentuali con neanche uno dei suoi titoli in positivo. Nella settimana l’S&P 500 si è riportato al di sotto dei 3.900 mentre il vecchio continente continua a risultare molto più resiliente del nuovo. Complici i dati in linea con le attese. Le piazze europee hanno chiuso la settimana in rosso di due punti. Piatta Milano.
Sul fronte valutario l’€ dopo la forza data dalle politiche più “Hawkish” della BCE ha perso terreno riportandosi contro il sotto la parità.
Lato obbligazionario le curve europee si sono aggiustate con un movimento al rialzo di circa 15 bps. Stabile lo SPREAD BTP-BUND.
In generale, le nostre linee di gestione grazie al sottopeso equity hanno contenuto le perdite. Sul fronte obbligazionario la situazione continua ad essere complicata.
Questa settimana gli occhi saranno puntati sull’appuntamento con la FED atteso per il 21/09/2022.