Markets
Lunedì
Avvio di settimana positivo, agevolato dai rendimenti in calo grazie ad alcune dichiarazioni accomodanti da parte dei membri della Banca Centrale Europea. Wall Street che era inizialmente partita positiva, ha preso la via del ribasso, complice il rialzo dei tassi sulla parte a breve della curva. Atteso per domani l’intervento di Jerome Powell al Senato.
Martedì
I toni hawkish del numero 1 della FED, hanno raffreddato il mercato. Jerome Powell durante il suo discorso, ha lasciato intendere che a fronte dell’attuale contesto macro, il terminal rate sui Fed Funds potrebbe essere più alto di quanto indicato precedentemente. Sul mercato la reazione è stata con i rendimenti in aumento e l’inversione della curva statunitense sui massimi. L’azionario ha gradualmente accumulato ribasso. In chiusura Eurostoxx 50 -0.81%, S&P 500 -1.53%.
Mercoledì
Powell ha rettificato quanto detto ieri. Ha chiarito che un rialzo di 50 bps è possibile ma che la decisione non è ancora stata presa. Il mercato ha trovato conforto in queste parole recuperando parzialmente le perdite di ieri. A rallentare il mercato sono stati i dati macro rilevati migliori delle attese che hanno sorretto la tesi di Powell spingendo nuovamente i rendimenti verso l’alto. Piatto l’azionario.
Giovedì
Apertura debole per l’Europa. I rendimenti in rialzo pesano sui listini azionari. Nel pomeriggio i dati sul mercato del lavoro hanno stupito, risultando peggiori delle attese. Le richieste di sussidio sono aumentate di oltre 20.000 unità rispetto alla settimana precedente. Alla notizia, il mercato ha tratto sospiro con i rendimenti in diminuzione e l’azionario positivo. Dopo la chiusura europea avvenuta positiva (Eurostoxx 50 +0.25%), il sentiment è cambiato. Il mercato americano ha iniziato a riportare ingenti perdite sul settore bancario. Apparentemente è difficile attribuire una giustificazione al sell off anche se le recenti dichiarazioni di Powell circa la necessità di rivedere le misure di capitalizzazioni delle banche potrebbe aver influito. Inoltre, si riporta la bancarotta di Silvergate, una piccola banca legata al mondo delle cryptovalute.
Venerdì
Nella notte è trapelato il vero motivo della pressione sui bancari. La Silicon Valley Bank, banca californiana specializzata in start up e crypto, è stata oggetto di una corsa agli sportelli costringendo la banca a liquidare 21 bln $ di bonds realizzando una perdita pari a 1.8 bln $. Il campanello di allarme è stato acceso dal tentativo, fallito, di ricapitalizzazione della stessa e dalla richiesta di un finanziamento da 500 mln $. Il titolo ha perso oltre il 60% affossando l’intero settore. Secondo le prime indiscrezioni, il motivo del fallimento, sarebbe imputabile a una gestione miope della liquidità e a investimenti in settori ad alto rischio.
In questo contesto l’apertura europea è avvenuta in rosso con i bancari a capitanare il ribasso. Rendimenti in calo e l’€ in recupero. Nella giornata il dato sul mercato del lavoro ha stupito in positivo riportando nel settore non agricolo oltre 300.000 nuovi occupati. Nel complesso il mercato si è riposizionato andando a prezzare un aumento dei Fed Funds di 25bps (US 10y -19bps). Negativo l’azionario (S&P 500 -1.45%).
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata contraddistinta da due pressioni differenti. Nella prima parte della settimana, le dichiarazioni hawkish del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell hanno alimentato una pressione sui rendimenti. Nella giornata di giovedì e venerdì, il passo indietro di Powell e la grave crisi di liquidità che ha colpito la Silicon Valley Bank, ha modificato le aspettative sui Fed Funds Rate. Infatti, se dapprima si stimava un rialzo dei tassi di 50 bps con una probabilità del 70%, alla fine della settimana è percentuale è diminuita al 30%.
Sul fronte azionario il settore bancario ha affossato il mercato facendo registrare ingenti perdite ai principali indici statunitensi (S&P 500 -4.55%). L’Europa, che non ha registrato il calo di venerdì sera, ha chiuso la settimana marginalmente negativa appesantita anch’essa dai bancari. Male Milano -1.95%.
Sul fronte obbligazionario, il repricing messo in atto nella settimana passata, ha mosso le curve (Statunitense e Europea) di circa 25bps, allineandosi alle nuove attese sui tassi della Federal Reserve.
In generale, le nostre linee di gestione hanno contenuto le perdite registrate sul mercato azionario. Senza dubbio, anche se sono esclusi rischi sistematici, sarà necessario monitorare l’evolversi della situazione sul settore bancario statunitense. Inoltre, saranno cruciali i dati sul CPI in uscita martedì in vista dell’appuntamento con la Federal Reserve fissato per il 22 marzo.