Markets
Lunedì
La chiusura europea, a fronte della festività, ha influenzato anche la seduta statunitense, tenutasi sulla parità.
Martedì
Nella settimana delle banche centrali, la Bank of Australia, a sorpresa, ha ripreso a rialzare i tassi dopo la pausa di aprile. Quest’oggi i dati PMI hanno mostrato una situazione di rallentamento in pressoché tutte le economie. Marginalmente positivi solamente i dati di Germania e Francia. Sul fronte prezzi, l’inflazione in Italia si è attestata all’8.8%, in aumento rispetto al precedente 8.1%. In Europa, il dato aggregato “Estimate”, è risultato marginalmente in aumento al 7.0%, con la componente core al 5.6%. A Wall Street è andata in scena un’altra price action sulle banche regionali, prendendo di mira Pacwest Bancorp che ha ceduto il 30%.
Mercoledì
Giornata in attesa delle decisioni della FOMC. Il mercato è rimasto alla finestra per tutta la seduta interrogandosi se effettivamente il 90% di probabilità di un rialzo da 25 bps si fosse manifestata. In Europa, la buona performance di Milano, è attribuibile al settore bancario, il quale ha sorretto gli indici europei. Alle 20:00 la FED ha confermato il rialzo e dalla nota è emerso che i membri della banca centrale stanno monitorando lo stato dell’economia e anche tenendo conto dei ritardi con il quale le politiche monetarie agiscono. Il Presidente Jerome Powell non ha escluso ulteriori rialzi ma ha anche detto che le scelte dipenderanno esclusivamente dai dati macro. Inoltre, ha rassicurato sulla solidità del settore bancario e ha azzardato una crescita modesta dell’economia a scapito di una recessione.
Giovedì
La giornata della BCE è iniziata con tono negativo, complice la pressione sulle banche statunitensi. Nel primo pomeriggio, la Banca Centrale Europea, ha confermato il rialzo dei principali tassi di riferimento di 25 bps. Durante la conferenza è emerso che in Europa, a differenza dell’America, i tassi dovranno ancora salire e che le decisioni saranno prese sulla base dei dati macro. Inoltre, Christine Lagarde, ha confermato che la politica monetaria sta impattando direttamente sulla domanda di prestiti ma, ciò nonostante, c’è ancora molta strada da fare al fine di riportare l’inflazione sotto il livello target. Sul mercato, chiusura marginalmente negativa per tutti i principali indici azionari. Rendimenti in calo.
Venerdì
Avvio di seduta positivo per l’Europa, favorita dalla buona trimestrale riportata da Apple. Quest’oggi la pressione sulle banche statunitensi sembra essersi allentata, complice l’indiscrezione circa l’apertura di un’indagine per manipolazione del prezzo su alcune banche regionali. In Europa le piazze hanno riportato importanti progressi grazie al settore bancario. Molto bene Milano (+2.54%).
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata da una fitta agenda macroeconomica e dall’intervento delle Banche Centrali. Sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea, hanno optato per un ulteriore rialzo dei tassi di 25 bps, portando i tassi rispettivamente al 5.25% e al 3.25%. In America, il ciclo di rialzi sembra esser arrivato all’apice con il mercato che stima un taglio dei tassi già a settembre. In tali termini, il presidente della FED Jerome Powell, ha chiarito che non vi saranno distorsioni e che le decisioni verranno prese sulla base dei dati macroeconomici. In Europa, al contrario, il processo di tightening non risulta ancora concluso, soprattutto a fronte degli ultimi dati sul CPI. Infatti, a fronte di un CPI Estimate del 7.0%, il mercato si attende un ulteriore rialzo nel mese di giugno e un altro probabile nel mese di luglio.
A Wall Street, dopo il fallimento di First Republic Bank, la pressione si è spostata su altri istituti regionali come PacWest Bancorp e Western Alliance Bancor, anche se nel finale di settimana il mercato sembra aver allentato la morsa.
Sul mercato azionario, la settimana si è conclusa sulla parità ad eccezione del FTSE MIB che è stato trainato dal settore bancario. Stabili i rendimenti governativi.
In generale, le nostre linee di investimento, si sono mantenute stabilmente sui massimi del mese. Sul fronte obbligazionario la situazione rimane complessa, soprattutto a fronte dell’incertezza sulle decisioni di politica monetaria.