Markets

Lunedì

Comincia una settimana particolarmente ricca di dati macroeconomici e di appuntamenti con le banche centrali. Tra le principali, si riuniranno infatti Fed, Bank of England e Bank of Japan. Sul fronte mercato, avvio negativo per il dragone rosso (Hang Seng -1,40%). Pesa il tonfo di Evergrande in seguito alla notizia dell’arresto di alcuni dipendenti della divisione finanziaria. Negativi anche i listini europei che cedono oltre un punto percentuale (Euro Stoxx 50 -1.13%). Tra le cause, il rincaro dei prezzi petroliferi e il forte rialzo dei rendimenti obbligazionari, con il decennale tedesco che arriva a rendere oltre il 2,70% e l’omologo italiano oltre il 4,50%. Poco mossa Wall Street in attesa della decisione sui tassi della Fed in programma mercoledì.

Martedì

In mattinata, l’uscita del dato sull’inflazione in Eurozona, ha mostrato una leggera diminuzione dei prezzi al consumo, saliti del 5,2%, in calo rispetto al 5,3% di luglio. Tuttavia, il dato sulla componente core, si è attestato al 5,3%, confermando la precedente rilevazione. La risposta delle borse europee è stata mista, con Piazza Affari che sale dello 0,60% grazie alla spinta del comparto bancario. Ancora poco mossa Wall Street.

Mercoledì

Nel corso della mattinata, il dato sull’inflazione britannica, risultato in calo e al di sotto delle previsioni, spinge i listini europei. Al termine della seduta l’Euro Stoxx50 guadagna oltre lo 0,70%, mentre Piazza Affari è la migliore di giornata (+1,64%). L’appuntamento più importante della giornata è però previsto in serata, con la Fed chiamata a decidere sui tassi di interesse. Come da previsione, la banca centrale americana non ha alzato i tassi, lasciandoli invariati al 5,25%-5,50%. Tuttavia, quello che è emerso dallo statement, è che i membri del FOMC si aspettano un ulteriore rialzo dei tassi entro fine anno. Per tale ragione, Wall Street chiude in rosso, con l’S&P500 che cede lo 0,94% e il Nasdaq quasi l’1,50%. Notevole anche la pressione sull’obbligazionario, con il rendimento del treasury – a dieci anni – al 4,43%, sui massimi dal 2007. L’euro/dollaro si assesta a quota 1,0661.

Giovedì

Le borse asiatiche chiudono in calo in seguito alla riunione della Fed (Hang Seng -1,30%). Le dichiarazioni di Powell pesano anche sui listini del vecchio continente, con l’indice paneuropeo Euro Stoxx 50 che cede l’1,50%. Sul fronte obbligazionario, salgono i rendimenti del Btp a dieci anni (4,55%) e del Bund di pari scadenza (2,74%). Intanto nel primo pomeriggio, dopo la lettura di un’inflazione in discesa, la Bank of England ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento. Oltreoceano, il perdurare di un sentiment negativo, alimenta le perdite di Wall Street, con l’S&P500 in calo dell’1,64% e il Nasdaq dell’1,94%.

Venerdì

Dopo le decisioni da parte della Fed e della Bank of England, in nottata è arrivata quella della Bank of Japan che ha optato per il mantenimento dei tassi ad un livello negativo dello 0,100%, nonostante la lettura dell’inflazione indichi un valore di 3,2%, ben oltre il livello target del 2%. In Europa, i dati sul Pmi, hanno evidenziato una notevole contrazione del settore manifatturiero francese. Migliore delle aspettative, il dato tedesco. I mercati azionari europei terminano la settimana in territorio negativo, mentre poco mossi i listini di Wall Street.

Monetary Policy

EUROPA

La scorsa settimana, la Bank of England ha deciso di mantenere il tasso di riferimento invariato al 5,25%, dopo che, nella giornata di martedì, l’inflazione è risultata in flessione.

Il dato sull’inflazione europea è risultato in leggera diminuzione: il CPI YoY si è infatti assestato al 5,2%, inferiore rispetto alle attese e minore della precedente rilevazione di luglio. In linea con le aspettative e stabile la componente core.

In Germania, il PMI manifatturiero è risultato in miglioramento e oltre le attese del mercato, anche se rimane in forte contrazione.

Il PMI manifatturiero francese si è rilevato in notevole calo, ad un valore di 43,6, ben al di sotto dell’aspettativa di 46,1.

Infine, misti i dati PMI in eurozona: in calo il manifatturiero, mentre in miglioramento quello sui servizi.

AMERICA

Mercoledì la Fed ha mantenuto fermi i tassi di interesse, lasciandoli invariati nel range 5,25% -5,50%, in linea con quanto atteso dal mercato.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, le richieste iniziali di sussidio sono diminuite di 20mila unità rispetto alla precedente settimana. Infine, i dati PMI sono risultati migliori delle attese per il settore manifatturiero.

ASIA

La Bank of Japan ha mantenuto i tassi di interesse su livelli negativi (-0,100%) rispettando le attese del mercato.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da una fitta agenda macroeconomica legata soprattutto alle decisioni delle banche centrali. Come previsto, la Fed ha mantenuto fermi i tassi di interesse. Ciononostante, il presidente Jerome Powell, non ha escluso un ulteriore rialzo di tassi entro la fine dell’anno e un maggiore perdurare di una politica di tightening monetario.

I mercati azionari europei hanno registrato una settimana negativa, con l’indice paneuropeo Euro Stoxx 50 che è arretrato di oltre due punti percentuali. Molto più deboli i listini americani, con l’S&P500 che cede quasi tre punti mentre il Nasdaq che perde il 3,30%.

Sul fronte obbligazionario, aumentano i rendimenti in Europa con il decennale italiano che sale di 13 basis, comportando un allargamento dello spread BTP-BUND di 6 basis. In forte aumento (10 b.p) anche il rendimento del decennale americano.

Sul fronte valutario, si apprezza il biglietto verde sull’euro.

Le nostre linee, nella componente azionaria, risentono ovviamente del deterioramento del sentiment dei mercati nonostante il posizionamento (che privilegia il mercato USA a discapito di quello Europeo) ci consenta di limitare la discesa dei prezzi.

Sul fronte obbligazionario, la strategia di mantenere una duration limitata garantisce ai nostri portafogli una più che discreta protezione e una sostanziale stabilità dei prezzi dei bond in portafoglio.