Markets

Lunedì

Diversi sono gli appuntamenti macroeconomici attesi nel corso della settimana, a partire dai Pmi e dalla lettura del GDP e dell’inflazione americana. L’appuntamento più atteso, sul quale sono puntati tutti i riflettori, è però il meeting della Bce programmato nel pomeriggio di giovedì. I listini del Vecchio Continente cominciano la settimana in territorio positivo, con Piazza Affari la migliore di giornata (+0.75%). Wall Street, aspettando la pubblicazione delle trimestrali di alcune tra le principali big tech, chiude contrastata, con l’S&P500 in lieve flessione, spinto al ribasso dal comparto energetico. Sul fronte materie prime, in rintracciamento i prezzi del petrolio (WTI 85.50$; Brent 89.80$), in seguito al ritardo dell’intervento dell’IDF a Gaza.

Martedì

Durante la mattinata, i dati Pmi dell’eurozona sono risultati deludenti, evidenziando una contrazione maggiore delle attese per il settore manifatturiero. Ciononostante, i mercati europei hanno mantenuto lo slancio del precedente giorno, terminando ancora una volta in verde (Eurostoxx 50 +0.55%). I Pmi statunitensi, invece, si sono rivelati oltre le aspettative degli analisti, con il dato sul manifatturiero cresciuto oltre la soglia che separa la contrazione dalla crescita. La risposta dei mercati è stata comunque positiva, con l’indice tecnologico Nasdaq in rialzo di un punto percentuale, favorito anche dalla diminuzione dei rendimenti sui treasuries.

Mercoledì

Giornata nella quale l’attenzione degli investitori è rivolta alla pubblicazione delle trimestrali e alla decisione sui tassi della Bank of Canada. Come ampiamente previsto, la BOC ha lasciato invariati i tassi al 5.00%, ribadendo però di essere pronta ad eventuali inasprimenti della politica monetaria, qualora fosse necessario, e riconoscendo come il rischio legato all’inflazione sia ancora molto elevato. Sul fronte mercati, la trimestrale di Alphabet, holding di Google, ha battuto le stime per quanto concerne i ricavi, registrando al tempo stesso dati molto deludenti sul cloud. Il titolo ha pertanto ceduto il 10%, trascinando al ribasso Wall Street (Nasdaq – 2.47%; S&P500 – 1.43%). Poco mossi i listini europei, in attesa della riunione di giovedì.

Giovedì

Come da previsioni, nel pomeriggio, la Bce ha deciso per una pausa del ciclo del rialzo dei tassi, lasciando invariati tutti e tre i tassi di riferimento. Il Consiglio ha ritenuto tale livello sufficientemente restrittivo al fine di riportare l’inflazione vicino al target del 2%, mostrando come i passati aumenti continuino a trasmettersi efficacemente e con forza nelle condizioni di finanziamento. Nel mentre, la lettura del GDP statunitense nel terzo trimestre ha evidenziato una crescita, su base annuale, del 4.9% contro un consenso degli analisti del 4.5%. Il dato è stato alquanto indigesto per i listini azionari: infatti sia S&P500 che Nasdaq hanno esteso le proprie perdite cedendo rispettivamente l’1.20% e l’1.9%.

Venerdì

Fine settimana in rosso per i listini del Vecchio Continente, con ribassi generalizzati attorno al punto percentuale (Eurostoxx 50 -0.86%). Oltreoceano il Pce deflator, uno degli indicatori sull’inflazione prediletti dalla Fed, ha mostrato complessivamente valori in linea con le attese: nel mese di settembre, su base annuale, la spesa per consumi personali è cresciuta del 3.4% mentre la parte core del 3.7%. Le ottime trimestrali di Amazon e Intel, i cui titoli guadagnano rispettivamente il 7% e il 9%, spingono il Nasdaq (+0.50%), unico indice sopra la parità. L’S&P500 infatti non riesce a chiudere la settimana sopra la parità a causa dei ribassi sulla maggior parte dei settori, eccezion fatta per i consumi discrezionali.

Monetary Policy

EUROPA

In seguito alla riunione della BCE, i tassi di riferimento sono rimasti invariati: Il deposit facility rate è confermato al 4%, il main refinancing rate al 4.50% e il marginal lending facility rate al 4.75%.

I Pmi europei hanno evidenziato nuovamente una contrazione sia del settore manifatturiero che dei servizi.

AMERICA

I Pmi statunitensi sono risultati oltre alle stime degli analisti e in territorio di espansione (>50) sia per il manifatturiero che per i servizi.

Il GDP nel terzo trimestre è cresciuto, su base annuale, del 4.9% contro una aspettativa di 4.5%.

I Pce deflator, nel complesso, si sono rilevati in linea con il consenso degli economisti.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana appena conclusa è stata caratterizzata da una fitta agenda macroeconomica. L’appuntamento principale è stato sicuramente la riunione della Bce di giovedì. Come ampiamente prezzato dal mercato, il consiglio direttivo ha optato per una pausa dal ciclo del rialzo dei tassi, affermando come i precedenti aumenti continuino a trasmettersi con efficacia nelle condizioni di finanziamento. Dallo statementent della presidente Lagarde è emerso che l’inflazione rimarrà elevata ancora per molto tempo e che l’economia continuerà ad essere debole. Nel complesso, dal discorso, è possibile dedurre che è ancora molto prematuro parlare di possibili futuri tagli.

Sul lato mercati, in leggera flessione i listini europei, mentre pesante Wall Street, con S&P500 e Nasdaq in rosso di due punti e mezzo percentuali. Sul fronte obbligazionario, rintracciano i rendimenti dei principali titoli di stato.

In campo valutario, si rafforza il biglietto verde, con l’eurodollaro a 1.056.