Markets
Lunedì
Comincia una settimana decisamente importante in quanto diverse sono le banche centrali che saranno chiamate a decidere sul livello dei tassi di interesse, tra le quali Fed, Bank of England e Bce. I listini del Vecchio Continente, in una seduta priva di interessanti dati macroeconomici, chiudono attorno alla parità in attesa di comprendere l’evoluzione della politica monetaria. Oltreoceano, in rialzo Wall Street guidata dalla performance dell’indice tecnologico Nasdaq, che termina a +0.85%.
Martedì
Giornata nella quale l’attenzione dei mercati è rivolta all’uscita dell’indice dei prezzi al consumo statunitense. Il CPI, nel complesso, è risultato in linea con il consenso degli analisti. Infatti, su base annuale, il dato sull’inflazione si è assestato a 3.1%, in discesa di 0.1% dalla precedente rilevazione. La componente core, sempre su base annuale, è invece aumentata del 4.0%, stabile rispetto alla rilevazione di ottobre. Dopo una prima iniziale risposta negativa alla pubblicazione dei dati, Wall Street ha virato in positivo, consolidando i guadagni di inizio settimana (S&P500 +0.46%; Nasdaq +0.82%). Ancora poco mossi invece i listini europei.
Mercoledì
Come ampiamente previsto, la Fed ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento nel range 5.25-5.50%. Tuttavia, quello che è emerso dai dot-plot, ovvero dal diagramma a punti che esprime le proiezioni dei tassi futuri di ciascun membro del Fomc, è che il tasso mediano del 2024 è stato abbassato al 4.6% dal precedente 5.1%, indicando potenzialmente tre tagli dei tassi nel prossimo anno. Tale previsione ha favorito la corsa dei listini statunitensi, con il Nasdaq in rialzo dell’1.27% e l’S&P500 dell’1.37%. Sul fronte obbligazionario, dirompente è stato il movimento della curva dei tassi statunitense, con il treasury a due anni in discesa di 27 bps, a quota 4.462%, e quello a dieci anni di 17 bps, a quota 4.037%.
Giovedì
All’indomani di una Fed accomodante, è il turno della Bank of England e della Bce. Entrambe le banche centrali, come da previsioni, hanno mantenuto invariati i propri tassi di riferimento, rispettivamente al 5.25% e al 4.00% (deposit facility rate). La Bce ha altresì ribadito come i reinvestimenti nel piano PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) manterranno gli attuali livelli nel primo semestre del prossimo anno, per poi diminuire fino a 7.5 miliardi nella seconda parte dell’anno. Inoltre, la presidente Lagarde ha dichiarato che il consiglio direttivo non ha ancora discusso eventuali tagli dei tassi. Le borse europee riescono a strappare una seduta positiva, chiudendo di poco sopra la parità (Eurostoxx 50 +0.20%, mentre mista Wall Street (Nasdaq -0.15%; S&P500 +0.27%), dove continua il rally del Russell 2000 (+2.7%).
Venerdì
Fine settimana molto positivo per il dragone rosso (Hang Seng +2.40%) spinto dai dati superior alle attese sulla produzione industriale. Intanto, sia un Europe che il America, il focus di giornata riguardi i pmi sul manifatturiero e sui servizi. I dati dell’eurozona sono risultati inferiori alle attese e ancora in territorio di contrazione, quelli statunitensi invece misti: oltre alle attese e in crescita i servizi, mentre in flessione il manifatturiero. A fronte di importanti dati macro, i listini del Vecchio Continente chiudono poco mossi mentre Wall Street vede il Nasdaq overperformare (+0.50%).
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La scorsa settimana diverse banche centrali si sono riunite per decidere il livello dei tassi di interesse.
La Federal Reserve ha mantenuto i tassi nel range 5.25-5.50%, rilasciando al tempo stesso alcune accomandanti proiezioni sui dot-plot, dai quali si evince come i funzionari si aspettino, a livello mediano, tre tagli dei tassi per 75 bps.
Anche la Bce e la Bank of England, seguendo quanto fatto dalla Fed, hanno lasciato invariati i propri tassi di riferimento. Tuttavia, dallo statement della presidente Lagarde è emerso che nel consiglio direttivo non si è ancora discusso in merito a possibili tagli dei tassi. La Banca Nazionale Svizzera ha mantenuto i tassi all’1,75% dopo che l’inflazione è tornata sui livelli target. Diverso invece l’operato della Norges Bank e della Banca Centrale Svedese che hanno optato per un rialzo, portando i tassi rispettivamente al 4.25% e al 4%.
Lato mercati, la settimana è stata particolarmente proficua per i listini di Wall Street, in risalita di tre punti percentuali. Più attardate le borse europee, con l’indice Eurostoxx 50 a +0.60%.
Sul fronte obbligazionario continua il trend di discesa dei rendimenti governativi: il tasso sul treasury decennale scende di 32 bps, assestandosi al 3.91%, mentre i pari durata tedeschi e italiano ritracciano rispettivamente di 26 e 35 bps.
Infine, il cambio eurodollaro chiude a 1.0895.
Le nostre linee di investimento continuano a beneficiare del momento positivo sui mercati sia sull’azionario che sull’obbligazionario. Inoltre occorre evidenziare la performance year-to-date della Sicav SCM Stable Return, sia ben oltre il 9%.