Markets
Lunedì
Comincia una settimana densa di dati macroeconomici e appuntamenti legati alle banche centrali, tra cui la riunione BCE attesa giovedì. L’inizio di settimana delle borse asiatiche mostra ancora una volta un andamento contrastato. Il Nikkei giapponese, in scia alla positiva chiusura dei listini newyorkesi di venerdì, prosegue con il suo trend rialzista (+1.62%), mentre ancora negativo il Dragone Rosso. Sia i listini della Cina continentale che quelli di Hong Kong arretrano di un paio di punti percentuali, dopo che la PBOC ha lasciato invariati i loan prime rate a 1 e 5 anni, come da previsioni. Toniche le borse del Vecchio Continente (Eurostoxx +0.70%), mentre poco mossa Wall Street.
Martedì
Dopo il tonfo di inizio settimana, rimbalzano i listini cinesi in seguito ai rumors di possibili misure governative di sostegno ai mercati. Sono infatti circolate indiscrezioni che le autorità vorrebbero smobilizzare circa 278 miliardi di dollari (2 trilioni di yuan) delle aziende statali al fine di finanziare un fondo volto all’investimento diretto nelle azioni cinesi. Nella nottata si è concluso anche il meeting della Bank of Japan che, come da previsioni, ha mantenuto i tassi fermi in territorio negativo. Tuttavia, dallo statement del governatore Ueda è apparsa possibile una prossima uscita dal NIRP (Negative Interest Rate Policy). Ciò ha causato un incremento dei tassi governativi, come dimostra il rendimento del treasury a dieci anni in aumento di 5 bps a quota 4.136%. Sul fronte azionario, i listini europei terminano la seduta poco sotto la parità, mentre mista Wall Street con il Nasdaq miglior indice (+0.43%).
Mercoledì
Dopo il rimbalzo di ieri, i listini cinesi estendono i guadagni con l’Hang Seng in rialzo del 3.5% e Shanghai del 2%, dopo che la Banca Popolare Cinese, sul finale di seduta, ha deciso di tagliare di 50 bps, al 10%, la riserva obbligatoria delle banche. In Europa l’attenzione è rivolta agli indicatori Pmi di gennaio, i quali hanno evidenziato uno scenario inaspettato, ovvero il manifatturiero in parziale recupero e i servizi deludenti al di sotto delle previsioni, soprattutto quelli tedeschi. Il dato dell’eurozona è invece più brillante, con i servizi in leggera flessione e il manifatturiero in evidente miglioramento. I mercati europei, favoriti da alcune brillanti trimestrali di società come ASML, Siemens e Sap, chiudono in deciso rialzo, con l’indice Eurostoxx a +2.20%. I dati Pmi americani sono invece risultati oltre le stime degli analisti. Il manifatturiero è tornato dopo 9 mesi in territorio di espansione a 50.3 (stima 47.6), mentre i servizi hanno visto una forte accelerazione a 52.9 (stima 51.5).
Giovedì
Come ampiamente previsto, la BCE, nell’odierna riunione, ha lasciato fermi i tassi di interesse di riferimento. La presidente Lagarde, nella conferenza stampa, ha ribadito come l’economia continentale si sia indebolita nel quarto trimestre sfiorando la stagnazione, mentre lato inflazione si è dichiarata soddisfatta della traiettoria di tendenziale diminuzione dovuta dagli effetti della politica restrittiva sulle condizioni di finanziamento. Alle continue domande su eventuali tagli futuri, la presidente ha nuovamente affermato che è presto per parlare di tagli ai tassi e non è possibile esporsi sul meeting di aprile in quanto verrebbe a mancare l’approccio data-dependant. Il mercato ha interpretato come abbastanza accomodanti le parole della Lagarde, come dimostra il movimento di bull steepening sulle curve europee (tassi a breve in calo di 9/10 bps e i tassi a lunga in discesa di 6 bps) e soprattutto la probabilità di tagli ad aprile passata dal 49% a oltre l’80%. In America, sorprendete il dato sul GDP che, nel quarto trimestre, è cresciuto del 3.3% contro un’attesa di 2.0%. Per quanto riguarda i mercati, poco mosse le piazze europee, mentre in marginale guadagno Wall Street.
Venerdì
Fine settimana nel quale il driver di giornata per i listini del Vecchio Continente è stata la trimestrale di LVMH, che ha mostrato ricavi superiori alle attese. Il titolo, che ha guadagnato oltre il 12%, ha spinto tutto il comparto del lusso, trainando anche l’indice Eurostoxx 50 (+1.16%). Dopo i record messi a segno nei precedenti giorni, l’S&P500 termina appena sotto la parità, mentre il Nasdaq ritraccia di mezzo punto percentuale.
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana appena conclusa è stata caratterizzata da diversi dati macroeconomici e da alcuni appuntamenti delle banche centrali. La BCE, come ampiamente previsto, ha mantenuto fermi i tassi di interesse di riferimento. La presidente Lagarde, nello statement, ha rimarcato come la traiettoria dell’inflazione sia in tendenziale diminuzione grazie agli effetti della politica monetaria restrittiva, ponendo l’attenzione però sull’escalation delle tensioni geopolitiche. La presidente, interpellata su possibili futuri tagli dei tassi, non si è esposta in quanto l’approccio rimane data-depemdant. I dati americani hanno evidenziato come l’economia statunitense sia ancora solida e resiliente. Il pil annualizzato nell’ultimo trimestre ha visto una crescita del 3.3%, ben oltre le stime, mentre i dati Pmi sottolineano come sia i servizi che il manifatturiero siano in territorio di espansione. Nel corso della settimana, importanti sono stati anche le notizie arrivate dalla Cina. Le autorità di Pechino, infatti, sono intervenute a sostegno dei mercati prima costituendo un fondo da 278 miliardi di dollari e poi tagliando di 50 bps la riserva obbligatoria delle banche.
I mercati azionari globali hanno ottenuto performance positive. Consistenti i rialzi sui listini europei (Eurostoxx 50 +4.20%) grazie soprattutto all’uscita di alcuni sorprendenti trimestrali di big caps quali ASML, SAP e LVMH. Più contenuti i rialzi a Wall Street, nell’ordine di un punto percentuale. Infine, rimbalzano i listini cinesi, grazie all’intervento delle autorità, con l’indice Hang Seng positivo di oltre quattro punti.
Sul fronte obbligazionario, ritracciano i tassi governativi, con i rendimenti sui treasury a dieci anni e sugli omologhi italiani e tedeschi in calo di 5 bps.
Lato valutario, il cambio eurodollaro si assesta a 1.0853.
Le nostre linee di gestione, in particolare quelle azionarie, hanno beneficiato della positiva settimana sui mercati. La linea Chronos registra già un +3% year-to-date.