Markets

Lunedì

Comincia una settimana molto delicata per i mercati in quanto mercoledì si terrà la riunione della Federal Reserve, chiamata a decidere sul livello dei tassi di interesse. I listini cinesi aprono la settimana mostrando un andamento misto, con Hong Kong in rialzo di 0.80% e Shanghai in rosso di 0.90%. Inoltre, sempre sul fronte cinese, rilevante la notizia dell’ordine di liquidazione, impartito da un tribunale di Hong Kong, di Evergrande, dopo che il colosso immobiliare non è riuscito a produrre un piano di ristrutturazione del debito in grado di soddisfare i creditori. In una giornata priva di interessanti dati macro, poco mossi i listini europei, mentre tonica Wall Street (Nasdaq +1%; S&P500 +0.76%).

Martedì

Dopo il modesto impatto generato sui listini durante la prima seduta borsistica del mese, la liquidazione di Evergrande, il cui titolo ieri era stato sospeso in seguito ad un ribasso di oltre 20 punti, ha comportato un peggioramento del sentiment degli investitori e un conseguente sell off sui listini (Hang Seng -2.3 %). In Europa, i dati sui GDP del quarto trimestre 2023, in linea con le attese, hanno evidenziato una flessione dell’attività economica. Per quanto riguarda l’azionario, i listini del Vecchio Continente si sono mossi al rialzo, con Piazza Affari la migliore di giornata (+1.30%), trainata dal comparto bancario. Misti i listini newyorkesi, con l’S&P500 invariato e Nasdaq in ribasso di 0,70%, dopo che i Job Openings di dicembre sono saliti a 9.026 milioni dagli 8.79 milioni di novembre.

Mercoledì

Giornata nella quale l’attenzione dei mercati è rivolta alla riunione della Fed. Come ampiamente previsto, la Federal Reserve ha optato per il mantenimento dei tassi di riferimento all’interno del range 5.25%-5.50%. Il presidente Powell ha dichiarato come l’economia americana si stia tutt’ora espandendo ad un ritmo solido, con un mercato del lavoro ancora resiliente. Dalla conferenza è inoltre emerso che i fed funds dovrebbero aver raggiunto il picco, con probabili tagli in corso d’anno. Tuttavia, il fatto che l’economia americana abbia sorpreso in positivo, rende necessario aspettare ulteriori prove in merito al rientro sostenibile dell’inflazione. Con tali dichiarazioni, Powell ha sostanzialmente escluso un taglio nel mese di marzo. Lato mercati, in calo Wall Street (S&P500 -1.61%; Nasdaq -1.94%). Pesano sui listini anche i ribassi di Google (-7.5%) e Microsoft (-2.7%) dopo la pubblicazione delle trimestrali nell’after market di ieri. Se infatti Microsoft ha battuto marginalmente le stime emettendo una guidance più cauta, Google ha deluso sui ricavi legati all’advertising.

Giovedì

All’indomani della riunione della Fed, contrastati i listini asiatici, con la Cina in parziale recupero (Hang Seng +0.52%) e Giappone in rosso di 0.76%. Va detto che a pesare sul Nikkei è stato il forte ribasso di Aozora Bank (-20%), banca locale che ha riportato perdite nel comparto real estate estero. I Pmi manifatturieri finali di gennaio hanno evidenziato un miglioramento netto e superiore alle attese per l’Italia (il dato è passato da 45.3 a 48.5), mentre in linea con il consenso i dati tedeschi e francesi. Sul fronte inflazione, l’indice dei prezzi al consumo flash dell’eurozona ha sorpreso leggermente al rialzo, assestandosi, su base annuale, al 2.8%. Le borse europee, in scia alla chiusura di ieri di Wall Street, terminano gli scambi in marginale territorio negativo. Tonica Wall Street (Nasdaq +1.21%; S&P500 +1.25%) dopo che il dato ISM manifatturiero è salito, nel mese di gennaio, a 49.1, dal precedente 47.1, oltre le attese stimate a 47.2. Sul fronte obbligazionario, calano i rendimenti dei titoli di stato, con il tasso sul decennale statunitense in discesa di 10 bps a quota 3.863%.

Venerdì

Fine settimana nel quale il driver di mercato è sicuramente il dato sui Nonfarm Payrolls, che ha sottolineato come l’economia statunitense abbia creato 353mila posti di lavoro a gennaio, ben al di sopra dei previsti 180mila, e in aumento rispetto ai 333mila di dicembre. Il dato, che evidenzia ancora una volta la solidità del mercato del lavoro statunitense, ha ingenerato un’importante reazione sui mercati, partendo dal fatto che la probabilità implicita prezzata dal mercato di un taglio a marzo è scesa sotto il 20%. Brusco è stato l’effetto sui rendimenti governativi, con il tasso sul treasury a due anni in rialzo di 17 bps e quello sul decennale in rialzo di 16 bps. Fronte mercati, chiude in verde Wall Street (Nasdaq +1.72%; S&P500 +1.07%), favorita dai rialzi di Facebook (+20%) e di Amazon (+12%) in seguito alle positive pubblicazioni degli utili.

Monetary Policy

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana appena trascorsa è stata contraddistinta da importanti dati macroeconomici e da attese riunioni da parte delle banche centrali. La Federal Reserve, come da previsioni, ha mantenuto fermi i tassi di riferimento nel range 5.25%-5.50%. Il presidente Powell ha ribadito come l’economia statunitense sia ancora molto florida e si stia espandendo ad un ritmo solido. La sorprendente forza dell’economia, pertanto, impone ulteriori prove di rientro sostenibile dell’inflazione. Se pare effettivamente raggiunto il picco della stretta monetaria, dallo statement sembra improbabile un taglio dei tassi già nel mese di marzo. I dati Nonfarm Payrolls hanno ribadito la resilienza del mercato del lavoro americano, dal momento che 353mila sono stati i posti di lavoro creati a gennaio, contro un’attesa di soli 185k. Anche il tasso di disoccupazione ha sorpreso, questa volta al ribasso, in quanto si è assestato al 3.7% contro una previsione di 3.8%. Al pari della Fed, pure la Bank of England ha lasciato invariati i tassi di interesse al 5.25%.

Lato mercati, i principali listini newyorkesi hanno terminato la settimana con rialzi oltre il punto percentuale, mentre è rimasto indietro l’indice delle small-mid caps Russell 2000. Miste invece le performance dei listini del Vecchio Continente, con l’indice paneuropeo Eurostoxx 50 in marginale rialzo.

Sul fronte obbligazionario, i tassi governativi sono complessivamente scesi nell’arco della settimana: il tasso sul treasury a dieci anni è calato di 12 bps a quota 4.02%, mentre minore il movimento degli omologhi tedeschi ed italiani, rispettivamente scesi di 6 e 1 bps.

Per quanto riguarda le materie prime, calano i prezzi del petrolio, con il WTI consegna a marzo a quota 72.28$ e il Brent consegna ad aprile a quota 77.33$.

Infine, si rafforza il biglietto verde sulla moneta unica, con il cambio eurodollaro a 1.0788.

Per quanto riguarda le nostre linee di gestione, la settimana sui mercati ha favorito principalmente quelle a componente prettamente azionaria. In particolare, continua la performance della Chronos che registra un +4% ytd. Stabili le linee obbligazionarie.