Markets
Lunedì
Comincia una settimana molto importante per i mercati. Giovedì si terrà il meeting della Bce e venerdì si chiuderà in bellezza con i dati del labour market statunitensi. L’inizio settimana dei listini asiatici è positivo, in particolar modo per il Nikkei giapponese, il quale, supportato dai produttori di semiconduttori e da uno yen debole, riesce a scollinare quota 40mila punti. I listini del Vecchio Continente chiudono invece in marginale rialzo con l’indice Eurostoxx in rialzo dello 0.37%. Poco mossa Wall Street, con i tassi sui treasuries in aumento soprattutto nella parte a breve (+7 bps). Sul fronte commodities, continua il rally dell’oro che chiude a 2114 dollari all’oncia.
Martedì
Diversi sono i dati macroeconomici previsti in giornata. Gli indicatori pmi finali di febbraio dell’eurozona sono risultati migliori delle aspettative, con il dato sui servizi a 50.2 (exp. 50.0) e quello sul composito a 49.2 (exc. 48.9) marginalmente ancora in territorio di contrazione. I pmi finali statunitensi sono stati visti al rialzo, con i servizi a 52.3 (exp. 51.4) e il composito a 52.5 (exp. 51.4). Deludenti invece sia i factory orders (-3.6%) che i durable goods orders di gennaio (-6.2%). La risposta dei mercati ai dati è stata generalmente negativa, con l’Eurostoxx 50 in rosso di mezzo punto, mentre in controtendenza Piazza Affari (+0.70%) sostenuta dai bancari e dalle utilities. Considerevoli le perdite di Wall Street (S&P500 -1.02%; Nasdaq -1.80%), accentuate dalle performance negative di alcuni titoli tech come Apple, su cui pesano le minori vendite in Cina, e Tesla, a causa di alcuni problemi riscontrati nello stabilimento produttivo di Berlino.
Mercoledì
Nell’atteso discorso al Congresso nel pomeriggio, il presidente Jerome Powell ha espresso nuovamente cautela sul taglio dei tassi, ritendendo al contempo più che probabile una riduzione degli stessi nel corso dell’anno. Nel frattempo, i job openings, un’anticipazione dei nonfarm payrolls di venerdì, sono sostanzialmente usciti in linea con il consenso degli analisti, con il dato di dicembre rivisto però al ribasso. A fronte di tali dati, Wall Street ha invertito la tendenza degli ultimi due giorni, virando al rialzo, ma chiudendo lontani dai massimi di giornata (Nasdaq +0.67%; S&P500 +0.51%).
Giovedì
Come ampiamento scontato dal mercato, la Bce ha lasciato invariati i tassi di riferimento. Al pari di quanto affermato ieri da Powell, anche la presidente Lagarde, nello statement, ha espresso prudenza e cautela nelle tempistiche legate ai tagli dei tassi, ribadendo un approccio data-dependant, ma lasciando trasparire al tempo stesso potenziali tagli a partire dall’estate. Negli Stati Uniti, le richieste iniziali di sussidio sono salite a 217mila unità, eguagliando il dato della precedente settimana. Sul fronte mercati, sia i listini europei (Eurostoxx 50 +1.19%) che quelli di Wall Street (Nasdaq +1.56%; S&P500 +1.03%) hanno consolidati i guadagni della precedente giornata. A livello obbligazionario, diminuisce la pressione sui rendimenti governativi con i tassi sui treasury in calo, soprattutto nella parte a breve (5 bps).
Venerdì
Fine settimana dove l’attenzione dei mercati confluisce sui dati del mercato del lavoro statunitensi. Le buste paga non agricole nel mese di febbraio si sono assestate a 275mila unità, contro un consenso di 200mila unità, con il precedente dato di gennaio rivisto evidentemente al ribasso a 229mila da 317mila. Il tasso di disoccupazione è invece risultato al 3.9% contro un consenso di 3.7%. I listini di Wall Street inizialmente hanno risposto in maniera positiva ai dati, con addirittura il Russell oltre quota 2100. Nel corso della seduta la spinta rialzista è però scemata con un consequenziale ritracciamento, dovuto essenzialmente alle considerevoli prese di profitto sui titoli dei chip, uno su tutti Nvidia, sceso sotto i 900$. Fiacca infine la seduta europee, con i principali indici in marginale ribasso.
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da importanti dati macro e dall’appuntamento della Bce. Come ampiamente previsto, la Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento. Dallo statement della presidente Lagarde è emerso come il consiglio mantenga un atteggiamento prudente e basato sui dati. Tuttavia, appare ora possibile un prossimo taglio dei tassi nel meeting di giugno. I dati del mercato del lavoro statunitense hanno confermato come oramai si siano ridotti gli eccessi di crescita del periodo post-pandemia, pur mantenendo una traiettoria di crescita stabile.
Sul fronte mercati, l’azionario statunitense ha rallentano la corsa delle ultime settimane mentre i listini europei hanno visto rialzi attorno al punto percentuale.
A livello obbligazionario, i tassi governativi sono diminuiti. Il treasury a dieci anni si trova ora a quota 4.08%; anche i rendimenti degli omologhi italiani e tedeschi sono scesi, rispettivamente di 30 e 15 bps, comportando un restringimento dello spread BTP-BUND, ora a 130.
Infine, in apprezzamento la moneta unica sul biglietto verde, con il cambio eurodollaro a 1.0939.
Le nostre linee di gestione, a fronte di una settimana poco brillante sui mercati, hanno consolidato i livelli raggiunti, con marginali progressi per quelle obbligazionarie.