Markets

Lunedì

Inizio di settimana insolito sui mercati a causa della chiusura sia di Wall Street, per il Memorial Day, che di Londra, per la Spring Bank Holiday.  Nonostante volumi non troppo elevati, positive le principali piazze europee, con l’Eurostoxx 50 in progresso di mezzo punto percentuale. Sul fronte obbligazionario, diffusi cali sui rendimenti governativi dell’Eurozona, circa 4-5 bps lungo le curve, a seguito di alcune dichiarazioni accomodanti del governatore della Banca di Francia, il quale non esclude del tutto un possibile successivo taglio dei tassi nel meeting di luglio.

Martedì

Nel corso della mattina, la pubblicazione delle aspettative sull’inflazione della Bce hanno riservato alcune sorprese: se infatti la previsione sul tasso di inflazione ad un anno è calata a 2.9% da 3.0%, in linea con consenso, quella a tre anni è scesa a 2.4%, da 2.6%, in misura maggiore rispetto alla stima di 2.5%. Oltreoceano, al rientro da un fine settimana più lungo del solito, chiude poco mossa Wall Street, in una giornata priva di rilevanti spunti macroeconomici. Lato obbligazionario, dopo la chiusura europea in marginale territorio negativo, i rendimenti sui treasury sono risaliti, di 3-4 bps nella parte a breve e di 7-8 bps in quella a lunga, complice sia una debole asta di titoli a due anni che alcune dichiarazione di un membro della Fed il quale ha ribadito come l’attuale livello dei tassi potrebbe rimanere per un periodo più lungo del previsto.

Mercoledì

Nel corso della nottata, la lettura dell’indice dei prezzi al consumo australiano di aprile ha sorpreso al rialzo, assestandosi a 3.6%, contro una stima di 3.4%. Il dato negativo ha di fatto spinto al ribasso i principali listini asiatici, a partire dalla Cina (Hang Seng -1.80%). Nel primo pomeriggio, anche il Cpi armonizzato preliminare di aprile della Germania ha sorpreso al rialzo, con una lettura, su base annuale, di 2.8%, oltre il consenso di 2.7%. Il dato non ha di certo favorito la seduta europee, con i principali listini in ribasso di oltre un punto percentuale (Eurostoxx 50 -1.31%). Oltreoceano, debole Wall Street (S&P500 -0.74%; Nasdaq -0.70%), mentre continua il bear steepening (tassi a lunga salgono più di quelli a breve) sulla curva americana.

Giovedì

Giornata che precede la lettura del Pce ma che comunque presenta rimarchevoli dati macroeconomici per gli Stati Uniti.  Il GDP del primo trimestre del 2024 è stato rivisto al ribasso all’1.3% annualizzato dall’1.6%, valore in linea con quanto stimato dagli analisti. Inferiore alle attese invece la personal consumption del primo trimestre, uscita al 2.0% (exp. 2.2%).  Sul fronte mercato del lavoro, infine, pressoché in linea le richieste iniziali di sussidio (217k vs 219k). Sulla debolezza dei dati, tornano a scendere di 6-7 bps i rendimenti sui treasury, con il due anni al 4.93% e il dieci anni al 4.55%. Nonostante la discesa dei tassi, continua il risk off a Wall Street (S&P500 -0.60%; Nasdaq -1.06%), con il comparto tecnologico spinto al ribasso dal sell off su Salesforce (-20%) dopo la revisione della guidance.

Venerdì

Fine settimana denso di dati macroeconomici. Nel corso della mattina il cpi flash francese armonizzato di maggio ha sorpreso leggermente al rialzo, sia su base mensile (0.2% vs exp 0.1%) che su base annuale (2.7% vs exp 2.6%). Anche il dato EU è risultato maggiore delle previsioni, soprattutto la componente core che ha mancato la stima su un anno di ben lo 0.2%, assestandosi al 2.9%, contro la previsione di 2.7%. Nel pomeriggio il dato più atteso della settimana, ovvero il Pce di aprile, uscito in linea con il consenso degli analisti, sia su base mensile (0.3%) che su base annuale (2.7%). In linea anche il dato core. Nonostante un report tutto sommato positivo sull’inflazione, il sentiment di mercato si è di nuovo affievolito dopo che il Chicago Pmi si è assestato a 35.4, sui minimi di 3 anni. Dopo la chiusura flat europea, Wall Street ha gradualmente recuperato dai minimi intraday (dopo il deludente rapporto Pmi), per poi terminare mista, con l’S&P 500 in progresso di 0.80% e il Nasdaq sulla parità.

Monetary Policy

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana appena trascorsa sui mercati è stata densa di dati macroeconomici, soprattutto riferiti all’inflazione. In Europa le letture dei prezzi al consumo di maggio hanno riservato piccole sorprese sia in Francia che in Germania, con dati leggermente sopra le attese. Per quanto riguarda l’Eurozone, la componente core è risultata oltre le aspettative, tornando a salire. Oltreoceano, il PCE, indicatore prediletto della Fed sull’inflazione, si è assestato di fatto su valori in linea con le attese. Davvero debole invece il Chicago Pmi, assestatosi a 35.4 punti, contro una previsione di 41.6.

Sul fronte mercati, in ritracciamento i principali listini globali, con Wall Street in calo un punto percentuale, con underperformance del tech. Diffusi cali anche per le piazze europee (Eurostoxx 50 -1.03%).

A seguito dei dati macro usciti nel corso della settimana, i rendimenti governativi sono tornati a salire, con il tasso sul bund a dieci anni in aumento di 8 bps, al 2.66%, e quello sul BTP di pari durata di 9 bps, al 3.98%. Stabile in area 130 punti lo spread BTP-BUND.

In ambito valutario, il cambio eurodollaro si conferma a 1.085.

Le nostre linee di gestione sicuramente non sono state agevolate dalla difficile settimana sui mercati. Tuttavia, in virtù di una buona diversificazione settoriale e geografica, le linee a componente azionaria hanno sostanzialmente mantenuto i livelli raggiunti precedentemente. Stabili invece le linee obbligazionarie nonostante l’aumento dei rendimenti.