Markets

Lunedì: inizio di settimana negativo per i principali listini europei. La giornata nonostante i buoni dati statunitensi (vdi. Monetary Policy) ha avuto un andamento al ribasso indirizzato dalla pessima apertura di Wall Street. In Europa male Francoforte (-0.79%) e Milano (-0.60%). In Usa, complice il movimento al rialzo dei treasury, da rilevare il tonfo dei tecnologici (Nasdaq -2.14%).

Martedì: avvio positivo della seduta per l’Europa che recupera parzialmente sulla giornata di lunedì. Trend in rialzo fermato nel pomeriggio dalle materie prime, la situazione sul petrolio e natural gas ha causato un risk off dal mercato europeo, Eurostoxx -1,35%. L’annuncio da parte dell’OPEC di un incremento della produzione di 400.000 barili al giorno, non ha calmato il mercato che si attendeva un aumento nell’ordine dei 600/700K. Nonostante l’avvio debole di Wall Street, il pomeriggio ha avuto un tono costruttivo lasciando i minimi di settimana ed andando a lavorare al di sopra del punto percentuale rispetto all’apertura. Bene L’S&P 500 nel finale trainato dal FAANG (+2,23%).

Mercoledì: la giornata è stata influenzata dal focus sulle risorse energetiche. Nel pomeriggio le parole di Vladimir Putin, sulla possibile fornitura di Gas, hanno allentato la pressione sul rally delle materie prime ma la reazione sul mercato non è stata così impattante da ridare slancio alle borse. Le preoccupazioni perdurano e le condizioni sulla fornitura da parte della Russia sono legate alle concessioni per il Nord Stream 2. Rimarrà quindi centrale la questione in Europa. Alla chiusura male Madrid che perde un 1,71% e Francoforte (-1,46%). Wall Street dopo un avvio di seduta travagliato riesce a chiudere in positivo, sorretto anche dagli ottimi dati relativi al mercato del lavoro.

Giovedì: apertura spumeggiante per l’Europa che trainata dalle Utilities (+5,00%) apre con l’Eurostoxx 50 a +1,40%.

Venerdì: chiusura di settimana tranquilla grazie ai dati sul tasso di disoccupazione US migliori rispetto le attese. L’Eurostoxx 50 chiude la giornata 0.52%, aiutata dal rialzo dei titoli energetici. In USA l’indice S&P500 chiude sostanzialmente invariato a -0,17%, un po’ più debole il Nasdaq con una performance di -0,51%.

APPROFONDIMENTO ENERGETICO

I prezzi dell’energia europea sono saliti a nuovi record tra i crescenti timori sull’offerta, con i futures sul gas naturale del Regno Unito che hanno superato per la prima volta la soglia di 300 pence. La carenza globale di carburante sta sconvolgendo i mercati del Regno Unito e l’aumento dei costi minaccia di aumentare l’inflazione iniziando a pesare sulla produzione industriale, con alcune aziende in Europa costrette a tagliare la produzione. Le scorte di gas in Europa sono al loro livello stagionale più basso in più di un decennio, con la produzione interna in ritardo rispetto alla domanda.

Single stocks

ENI, vola in Angola, il colosso ha annunciato nella settimana la joint venture in Angola con British Petroleum. Da quanto si apprende le banche finanziatrici avrebbero già predisposto un piano da due miliardi di dollari. L’operazione varrebbe per ENI circa 123.000 barili al giorno di produzione, circa il 7% del totale.

PEPSI CO, il produttore di bevande riporta vendite trimestrali che superano le stime, aumentate del 9% nel terzo trimestre, raggiungendo i 20,2 miliardi di dollari, mentre gli analisti si aspettavano in media 19,4 miliardi di dollari. Gli utili per il trimestre sono stati di $1,79 per azione, battendo la stima degli analisti di $1,74. Le azioni di PepsiCo sono aumentate dello 0.8%.

Monetary Policy

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata da un forte aumento delle materie prime, che si è ripercosso in termini di volatilità sui listini azionari.

Il mercato europeo chiude la settimana in positivo grazie all’affievolirsi delle tensioni sul prezzo del Gas naturale a seguito delle dichiarazioni “aperturiste” di Putin. Stesso scenario per il mercato USA, che chiude la settimana a +0.75% anche grazie ai buoni dati sul mercato del lavoro che confermano la consistenza della ripresa economica.

In Europa il movimento al rialzo dei tassi governativi continua, sia per la componente core (Bund tedesco) che per il mercato italiano, con un rialzo di 6 basis point. Più deciso il rialzo dei tassi Usa, con il Treasury che fa segnare un aumento di 16 basis point. In termini di curva, sia in Usa che in Europa, si registra un aumento maggiore dei tassi a lunga (decennale in primis) rispetto a quelli a più breve scadenza (si parla in questo caso di Steepening della curva dei rendimenti).

Anche in virtù dell’andamento del differenziale di interesse Usa/Euro, sul fronte valutario, abbiamo assistito ad un evidente apprezzamento del dollaro, con il cambio EUR/USD che si è portato sotto l’1,16.

Il taglio del peso azionario, effettuato in agosto, continua a rivelarsi proficuo in queste settimane di elevata volatilità e ci ha permesso di limitare molto la discesa nelle giornate negative senza perdere troppo momentum nelle settimane, come quella passata, di rialzo delle quotazioni azionarie.