Markets

Lunedì

La seconda settimana dell’anno si è avviata con tono negativo. Il tema principale rimane l’inflazione e la curva dei tassi. In US avevano chiuso l’anno con il decennale a quota 1.51% mentre nella giornata di oggi ha sfiorato l’1.80%. La risalita è senza dubbio da attribuire alle crescenti indiscrezione secondo cui la FED potrebbe incrementare il numero di rialzi. Domani il Presidente Jerome Powell presenzierà di fronte al Senato. Ad ogni modo, in Europa i listini hanno gradualmente perso terreno con il settore tech e industrial a capitanare la ritirata. In serata l’Eurostoxx 50 segnava -1.54%. Wall Street che aveva riportato pesante perdite in apertura, ha ritracciato nella serata chiudendo con l’S&P 500 in marginale discesa e con il NASDAQ sulla pari.

Martedì

Giornata della FED. I mercati sono alla finestra in attesa dell’interrogazione del presidente della FED da parte del Senato. La seduta sui mercati finanziari si è svolta con un tono positivo. In Europa, bene Francoforte e Parigi, più arretrata Milano. Wall Street ha accelerato in serata sulle note di Jerome Powell (NASDAQ +1.41%).

Mercoledì

Apertura positiva per l’Europa che segue il tono propositivo dell’America. Anche oggi gli occhi rimangono puntati sull’America che è in attesa del dato sul CPI atteso al 7.0%. I dati in linea con le attese hanno alleggerito la pressione sui mercati finanziari che hanno messo a segno un’altra seduta positiva. Bene l’Eurostoxx 50 che avanza di circa 0.81% riportandosi al di sopra dei 4.300. Piatta Wall Street.

Giovedì

Giornata stazionaria per l’Europa che in carenza di dati macroeconomici attende l’America. L’apertura statunitense è stata caratterizzata da un movimento al rialzo che si è esaurito nella giornata ed ha invece portato ad un sell off generalizzato sui tech. In serata il NASDAQ perdeva oltre due punti e mezzo. Male anche l’S&P 500 che all’alba dell’earning season ha perso -1.42%.

Venerdì

In Europa i dati relativi al GDP tedesco e al CPI francese, sono risultati in linea con le aspettative ma, ciò nonostante, non sono stati sufficienti contenere le perdite in un contesto di costante rialzo delle curve. A Wall Street, il tonfo delle Retail Sales, ha spinto in territorio negativo l’Old Economy a favore del Tech che recupera marginalmente sulla chiusura di ieri.

Monetary Policy

Europa, nessuna sorpresa

Sul fronte europeo, la settimana è stata scarsa di dati macroeconomici. Il GDP tedesco è risultato in linea con le aspettative e anche il CPI francese si è attestato al 2.8% come nel mese di novembre.

America, segnali di rallentamento?

Sul fronte statunitense, i dati di inizio settimana hanno riportato un tasso di disoccupazione in linea con le attese mentre le Wholesale Inventories hanno stupito positivamente. Sul fronte inflazionistico, la rilevazione di dicembre non ha sorpreso, attestandosi in linea con il 7.0% stimato.

I dati sul mercato del lavoro hanno riportato un incremento delle richieste iniziali di sussidi e una diminuzione di quelle di mantenimento. In generale le richieste di sussidio rimangono sui minimi da inizio pandemia.

Ciò che ha stupito sono proprio i dati arrivati nel fine settimana. Infatti, le retail sales hanno registrato un rallentamento dal precedente 0.3% a un -1.9%. Anche la produzione industriale ha subito un rallentamento, seppur più contenuto, passando da 0.5% a un -0.1%. Infine, il sentiment dell’Università del Michigan è risultato al di sotto delle aspettative di oltre un punto.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dai dati macroeconomici e dall’intervento del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al Senato. Quello che è emerso dall’interrogazione del senato è una FED disposta a utilizzare qualsiasi mezzo (rialzo tassi, rallentamento QE) al fine di riportare l’inflazione prossima all’obiettivo di lungo periodo. La probabilità di un rialzo tassi, già nel mese di marzo, è salita al 94% (stima Bloomberg). Ciò che rimane in sospeso e desta preoccupazioni è l’entità del rialzo. Sarà infatti cruciale capire se la FED aumenterà la percentuale di rialzo a 50 bps oppure se si atterà ai 25 bps canonici. Ad ogni modo, i dati della settimana, lato US, hanno sorpreso negativamente il mercato marcando un rallentamento sul fronte delle vendite retail e della produzione industriale.

Fronte azionario

Wall Street non ha trovato le basi per generare guadagni chiudendo la seconda settimana in negativo. L’S&P 500 ha perso lo 0,30% mentre il Russell 2000 e Dow Jones hanno perso oltre lo 0,80%. Stazionario il NASDAQ in attesa dell’Earning Season.

Fronte Europeo

La variante Omicron continua a turbare l’azionario. L’Eurostoxx 50 ha perso lo 0,78% mentre aumenta la pressione sulla piazza di Parigi in vista delle elezioni presidenziali.

Piatte, invece, le curve dei rendimenti che chiudono la settimana, sia in Europa che in US sulla parità. Al contrario movimentato il $ che dopo aver toccato 1.145 nella giornata di mercoledì, si è riportato sull’1.140 nel fine settimana.

In generale, le nostre linee di gestione hanno contenuto le perdite riportate sui mercati azionari anche se continuano ad essere negative da inizio anno. Sul fronte obbligazionario i tassi non hanno inficiato sulla performance delle linee obbligazionarie che sono rimaste stabili nella settimana.

Senza dubbio questa settimana, entrando nel vivo dell’earning season, sarà caratterizzata dalle trimestrali delle aziende e potrebbero non mancare i colpi di scena.