Markets
Lunedì
Avvio di settimana influenzato dalle elezioni presidenziali francesi. Secondo le prime stime il leader in carica Macron, sarebbe in testa di circa 3 punti, davanti alla sfidante Marine Le Pen. Il mercato ha reagito bene alla notizia di una conferma nel panorama europeo. Nel pomeriggio Wall Street, complice lo “steepening” della curva, ha accumulato ribassi trainando anche l’Europa in una chiusura sotto la pari.
Martedì
Avvio di seduta negativo per l’Europa che sconta la discesa di Wall Street della sera prima. I rendimenti obbligazionari sono continuati a salire arrivando in US a toccare i 2,8% sul decennale e a 0,88% in Germania. La giornata è stata caratterizzata dalla pubblicazione del dato sull’inflazione statunitense, registrata all’8,5%. Alla notizia, il mercato è rimasto composto, contando che il dato non si è allontanato molto dalle stime. Chiusura negativa per l’Eurostoxx 50 a -0.21% e in leggero avanzamento l’S&P 500 +0.11%.
Mercoledì
Avvio positivo per l’Europa con i tassi in leggera correzione da ieri. L’€ ha recuperato dai minimi e grazie all’alleggerimento dei bond anche Wall Street, trainata dai tech, è avanzata. S&P 500 +0.81% NASDAQ +1.54%.
Giovedì
Giornata in attesa della riunione della BCE. Non ci si aspettano evoluzioni sul fronte tassi. Nella conferenza stampa, il Presidente Christine Lagarde si è rilevata più accomodante del previsto. Ha chiarito che la fine del programma ‘APP’ è sempre previsto per il terzo trimestre del 2022 ma che il mese verrà stabilito in base alle condizioni di mercato. Inoltre, ha puntualizzato che la situazione in Europa è ben diversa dall’America e per tanto le misure di politica monetaria devono necessariamente essere differenti. Il mercato ha chiuso anticipatamente la settimana (Venerdì Santo) con l’Eurostoxx 50 a +0.54% mentre i toni più “Hawkish” del membro della FED Williams, hanno rialzato i rendimenti e affossato l’azionario.
Monetary Policy
EUROPA: SI CONFERMA ACCOMODANTE
Fronte europeo: la settimana sul fronte macro è iniziata con i dati ZEW tedeschi, i quali, hanno esemplificato la situazione europea. Sono risultati in netto peggioramento rispetto al mese di marzo, senza dubbio complice la guerra in Ucraina. Per contro il mercato aveva già prezzato il peggioramento.
Sul fronte tassi, non vi sono stati cambiamenti. Al momento l’attenzione della Banca Centrale Europea verte sul bilancio e l’immensa liquidità immessa sul mercato. Infatti, come riportato dal Presidente ,il piano di acquisti ‘APP’ terminerà nel terzo trimestre anche se non è ancora noto il mese preciso.
AMERICA: INFLAZIONE ALLE STELLE MA GIÀ SCONTATA
Settimana caratterizzata dalla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo. Ciò che emerge è che l’inflazione all’8.5% non si vedeva dal 78’. La seconda cosa è che il mercato la stava già prezzando. Nonostante il livello ben al di sopra del target, il rallentamento nel segmento Ex Food ed Energy è stato letto dal mercato positivamente.
Dal mercato del lavoro, nonostante qualche incremento nei sussidi iniziali, i dati continuano stabili a essere sui minimi.
Dopo un trimestre sottotono, anche il sentiment rilevato dall’Università del Michigan, si è riposizionato tornando sopra i 60.0.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata dalla pubblicazione del dato sull’inflazione americana e dalla riunione della BCE. Sulla tematica ucraina, il mercato sembra aver assimilato il perdurare del conflitto, escludendo almeno per ora, una distensione. Infine, le politiche Zero Covid continuano a soffocare il mercato asiatico, il quale si trova ad aver a che fare con chiusure e misure di restrizione simili a quelle di due anni fa.
Sui mercati la situazione è stata influenzata dal nuovo massimo toccato dal CPI americano. Nella settimana, il tasso decennale statunitense, ha guadagnato 43 basis points mettendo ulteriormente sotto pressione il comparto obbligazionario. Sull’azionario si è registrata una correzione con i Tech che hanno perso oltre 8 punti percentuali e l’S&P 500 a -4.15%.
In Europa, la linea accomodante adottata dalla BCE ha convinto. Ma la pressione sulle materie prime accentuata dalla guerra ucraina, ha inevitabilmente mosso le curve dei tassi. Sul fronte azionario, le piazze europee hanno perso mediamente 2 punti percentuali riportando da inizio anno un rendimento negativo del -10%.
In generale, le nostre linee di gestione si sono mantenute stazionarie nonostante il movimento di mercato. Le linee a composizione azionaria hanno attenuato le perdite grazie all’apprezzamento del dollaro. Allo stesso modo, le linee a composizione obbligazionaria hanno contenuto il movimento di rialzo tassi grazie alla presenza del fondo SCM Stable Return, il quale a fronte di coperture di tasso, è rimasto stabile.