Markets
Lunedì
Giornata di chiusura per i mercati europei che festeggiano il lunedì dell’Angelo. Nel pomeriggio il mercato statunitense ha avviato una seduta all’insegna della debolezza, complice la poca liquidità sul mercato. Ad ogni modo, l’S&P 500 si è mantenuto stabile chiudendo la seduta sulla parità.
Martedì
Giornata all’insegna dei record. Durante la seduta il Treasury americano a 10 anni, ha toccato i 2.94% mentre quello tedesco lo 0.91%. Nonostante la Banca Centrale americana debba ancora percorrere parecchia strada per concludere il Tightening, il mercato ha già iniziato a scontare la riduzione di bilancio e i 4 rialzi tassi. Sul fronte azionario, la giornata si è svolta con un tono positivo rimbalzando sulla settimana precedente (3 giornate negative su 4). Bene l’Eurostoxx 50 +1.72% e il NASDAQ +2.15%.
Mercoledì
Giornata all’insegna della correzione sul fronte obbligazionario con l’€ che ha recuperato terreno. Wall Street è stata influenzata dalla pessima performance del NASDAQ affossato dalla trimestrale di Netflix (a fronte di una diminuzione degli utenti, la prima nella storia del colosso di streaming il titolo ha perso -35% sul mercato, circa 1/3 della sua capitalizzazione). Chiusura sulla pari per l’S&P 500, -1.49% NASDAQ e -6.17% l’indice FAANG.
Giovedì
Sul fronte francese, la conferma di Macron anche negli Exit pool del ballottaggio hanno agevolato l’azionario francese. I dati macroeconomici europei, hanno riportato un’inflazione leggermente inferiore alle attese (7,4% contro i 7,5% attesi). Sul fronte europeo l’Eurostoxx 50 ha guadagnato il +0.80%. A mercato chiuso, le dichiarazioni del presidente Powell e Lagarde hanno, dal canto loro, mostrato un cambio di passo nelle politiche monetarie con l’inflazione che ha raggiunto livelli insostenibili e un balance sheet che è cresciuto a livello esponenziale. I toni “Hawkish” delle due banche centrali si è riversato sui mercati obbligazionari, che neanche a dirlo, hanno proseguito la discesa (Treasury 10Y +9bps, Bund 10Y +9bps).
Venerdì
In Asia prosegue la politica covid Zero con Shanghai che non riesce a riaprire nemmeno dopo aver effettuato lo screening di massa. In termini finanziari, il mercato sta scontando il rallentamento economico causato da tali restrizioni. Sul fronte europeo la seduta si è avviata con tono negativo, con i rendimenti in rialzo e lo SPREAD sui massimi. Anche Wall Street ha chiuso la settimana in territorio negativo con una perdita di oltre 2 punti percentuali.
Monetary Policy
EUROPA: MIGLIORA IL PANORAMA
Sul fronte europeo la settimana si è aperta con la pubblicazione del dato aggregato sull’indice dei prezzi al consumo. Il CPI su base annuale è cresciuto del 7.4% ma leggermente meno rispetto a quanto atteso (7.5%). Su base mensile il CPI è al 2.4%.
I dati PMI sul settore manifatturiero hanno mostrato un miglioramento della situazione in Francia, al contempo in Germania i dati hanno mancato le attese. Il dato aggregato è risultato in peggioramento dal mese di marzo ma ad ogni modo superiore delle attese.
A chiudere la settimana, i dati IFO tedeschi hanno mostrato un miglioramento nelle Expectations e un marginale miglioramento della situazione attuale.
AMERICA: SITUAZIONE IN DETERIORAMENTO
I dati PMI hanno mostrato un miglioramento nel settore manifatturiero. Al contrario il settore terziario e composito ha registrato una flessione oltre le attese.
A destare maggiori preoccupazioni, è stato il Chicago Fed National Activity Index, l’indice che attraverso 85 indicatori, definisce lo stato generale dell’economia. L’indice ha riportato nel mese di marzo una flessione dal mese di febbraio di 10 punti passando dal 0.54 (dato rivisto) all’attuale 0.44. Il peggioramento, come spiegato dal Presidente della FED di Chicago, è dovuto prevalentemente alle problematiche di approvvigionamento e alla relativa spinta inflazionistica.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata dai toni più aggressivi delle Banche Centrali, BCE e FED, e da uno stallo sulle diverse tematiche in essere: guerra in ucraina, crisi energetica europea e Covid Zero in Cina.
Il cambio di passo delle Banche Centrali va chiarito: in America il Presidente Powell a fronte di un’inflazione all’8.5% e di un mercato del lavoro stabile, ha aperto alla possibilità di rialzi da 50 bps, cambiando di fatto le stime sull’entità dei rialzi per il 2022. In Europa la situazione risulta essere completamente differente, ma come comune denominatori vi è l’indice dei prezzi al consumo ben al di sopra del 2% target. Secondo Nagel, membro della BCE, lo stop dell’APP potrebbe avvenire già nel 2Q e un primo rialzo del Deposit Rate nel 3°.
Ciò che emerge è che le banche centrali occidentali faticano a tener fede alle dichiarazioni effettuate pochi mesi fa. L’inflazione, sempre più elevata e persistente, ha di fatto messo con le spalle al muro le due banche centrali.
I mercati, muovendosi d’anticipo, stanno già scontando quelle che potrebbero essere le future mosse della BCE e FED, aggiustando per contro anche le attese sulla crescita.
La settimana si è conclusa sui mercati con l’America in ribasso di oltre 2 punti percentuali (S&P 500 -2.75%) mentre le perdite sulle piazze europee, sono state più contenute (Francoforte -0.27%, Milano -2.34%). Piatta la piazza di Parigi che ha festeggiato in anticipo la conferma dell’attuale Macron.
Sul fronte obbligazionario, si è registrato un rialzo dei rendimenti e un parallelo allargamento degli spread. Nonostante il movimento del BUND tedesco sia stato circa il doppio rispetto al Treasury americano, il cambio Euro/Dollaro ha segnato nuovi minimi da inizio anno, puntando la parità.
In generale, le nostre linee di gestione hanno subito il movimento anche se, grazie al sottopeso equity e all’apprezzamento del dollaro, hanno contenuto il movimento di mercato. Allo stesso modo le linee a composizione obbligazionaria hanno contenuto il movimento di rialzo tassi grazie alla presenza del fondo SCM Stable Return, il quale a fronte di coperture di tasso è rimasto stabile.