Markets
Lunedì
Apertura in rosso per le borse continentali. La chiusura negativa di venerdì degli states, pesa sui listini europei. Il contesto macroeconomico evidenzia che il settore manifatturiero europeo dovrebbe registrare una crescita stagnante (a causa delle difficoltà di approvvigionamento). Anche in America i dati macro non hanno convito il mercato che con il Treasury a 10 anni sopra il 3%, ha accumulato ribasso. Dopo la chiusura dell’Europa, Wall Street ha acquistato l’ipervenduto e innescato un rimbalzo nel finale, chiusura positiva.
Martedì
Rimbalzo per l’europeo supportata dai bancari. In America qualche operatore paventa un possibile rialzo di 75 bps, alimentando le paure di una FED più “hawkish” del previsto. Verosimilmente il rialzo avverrà ma di 50 bps, già prezzati dal mercato. Ad ogni modo la seduta si è conclusa con l’Eurostoxx 50 a +0.77% e FTSE MIB a +1.61%.
Mercoledì
Apertura positiva per l’Europa che trova conferme sui dati PMI. Alla vigilia della conferenza di Powell prosegue il nervosismo sul mercato obbligazionario con i rendimenti che continuano a salire. Di riflesso, anche l’azionario ha ritracciato con l’Europa che ha cancellato i guadagni di martedì. In serata, il presidente della Federal Reserve, ha calmato il mercato, annunciando l’incremento di 50 bps ma escludendo, per quelli futuri, i 75 bps. I toni calmi e accomodanti di Powell hanno tranquillizzato quello che per giorni è stato un febbricitante mercato obbligazionario. Neanche a dirlo l’azionario ha festeggiato mettendo a segno la miglior seduta del 2022 (S&P 500 +2.99% NASDAQ 100 +3.41%).
Giovedì
Europa positiva sulla chiusura di ieri di Wall Street, ovviamente le rassicurazioni di una FED “data sensitive”, hanno agevolato gli acquisti sull’azionario. Il momentum dato dalla FED non è bastato per l’Europa che ha rapidamente accumulato ribassi. Wall Street non ha fornito supporto e ha ripreso i minimi della settimana.
Venerdì
L’attenzione è nuovamente rivolta alle nuove sanzioni a scapito della Russia. Secondo quanto riportato dai media, gli Stati Uniti avrebbero già pronto il pacchetto di sanzioni, mentre in Europa si starebbe dibattendo dell’Enbargo sul Gas russo. Le borse hanno fin dalle prime battute, segnato nuovi minimi andando a chiudere la prima settimana di maggio in rosso.
Monetary Policy
EUROPA: TIENE IL MANIFATTURIERO MA CALA LA FIDUCIA
La settimana europea è stata caratterizzata dai dati PMI sul settore manifatturiero. La situazione, nonostante i colli di bottiglia sugli approvvigionamenti, è risultata essere positiva sia per la Francia che per la Germania. In Italia il dato è risultato essere in leggero peggioramento rispetto al mese di marzo. Il dato aggregato, ha comunque confermato una situazione in miglioramento. Sempre sul fronte europeo, anche i dati relativi al settore terziario e composito, hanno confermato le attese.
In netto peggioramento l’economic confidence europeo, il quale ha mancato le attese ed è risultato inferiore anche rispetto al dato rivisto di marzo.
AMERICA: TASSI IN RIALZO
La settimana americana è stata senza dubbio caratterizzata dalla due giorni dell’FOMC conclusasi mercoledì. Ciò che è emerso è che la banca centrale americana ha, come anticipato in precedenza, aumentato il ritmo dei rialzi a fronte di un’inflazione tutt’altro che transitoria. Ma per contro continuerà a muovere le politiche monetarie in funzione dello stato dell’economia. Inoltre, il presidente Powell, ha escluso che ci possano essere rialzi superiori ai 75 bps.
Sul fronte macro i dati sono risultati discordanti con Durable e Factory orders, superiore alle attese e il settore manifatturiero in arretramento.
Il mercato del lavoro si è mostrato solido anche se le richieste di sussidi iniziali sono aumentate di 20 mila unità rispetto a quanto preventivato.
Infine, con il dato di marzo rivisto, sono risultati invariati gli occupati nei settori Nonfarm.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata da una crescente tensione sul fronte obbligazionario. Complice la fine della due giorni della Federal Open Market Committee e il conseguente rialzo tassi. La pressione inflazionistica, ha spinto la Federal Reserve ad aumentare l’entità del rialzo portandolo a 50 bps ma il Presidente Powell ha rassicurato escludendo rialzi superiori.
Sui mercati, le principali questioni come il conflitto ucraino (e le relative sanzioni) e le politiche Zero Covid di Pechino, hanno continuato a opprimere i mercati, i quali hanno chiuso la prima settimana di maggio in rosso.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti sono aumentati con il decennale statunitense che ha superato il 3% (la prima volta dal 2018). In Europa il BUND ha superato l’1% mentre lo SPREAD con il BTP è salito sopra i 200 bps.
Infine, le rassicurazioni da parte della banca centrale statunitense, non sono bastate a permettere un rialzo dell’azionario che da inizio anno risulta essere pesantemente negativo.
In generale, le nostre linee di gestione hanno subito il movimento di mercato anche se, grazie al sottopeso equity hanno contenuto il movimento di mercato. Allo stesso modo, le linee a composizione obbligazionaria hanno subito il rialzo dei tassi e l’allargamento degli SPREAD.