Markets

Lunedì

Apertura caratterizzata dalla debolezza del fine settimana di Wall Street. L’Europa in rosso aveva da normalizzare il ribasso di venerdì. Nel pomeriggio, anche Wall Street non ha fornito spunti al mercato che ha proseguito la risk aversion della settimana prima. Sul fronte obbligazionario, la corsa ai titoli di stato, ha riportato indietro i tassi di circa 5 bps. La chiusura europea vede i principali indici perdere circa 2 punti percentuali. Più scomposta l’America che perde oltre 3 punti (NASDAQ +3.98%).

Martedì

Avvio positivo per l’azionario europeo. Ieri durante la festa russa per la vittoria sul nazismo, il Presidente Putin non ha fornito ulteriori elementi di tensione, anzi, ha dichiarato che una nuova guerra globale va evitata. Il sentiment positivo della mattinata è stato minato dall’apertura di Wall Street che risulta nervosa prima della pubblicazione del dato sul CPI. La chiusura vede gli indici azionari positivi ma lontano dai massimi con i tassi governativi che continuano a scendere (BTP 10Y -14bps).

Mercoledì

Giornata all’insegna del CPI statunitense. Positivo l’avvio europeo che nonostante le minacce sulle interruzioni del Gas, continua a sovraperformare rispetto agli States. Nel pomeriggio i dati sull’indice dei prezzi al consumo statunitensi hanno deluso le aspettative. (vdi. Monetary Policy) La reazione del mercato, ha portato i tassi della curva statunitense in rialzo, in calo il $ e in rialzo le commodities e l’azionario. Il rialzo dell’azionario è durato fino alla chiusura dell’Europa, Eurostoxx 50 +2.62%, a seguire l’equity che si è riportato sui minimi (S&P 500 -1.65%).

Giovedì

Europa in correzione rispetto alla discesa di ieri sera di Wall Street. Sul fronte valutario il dollaro ha mollato l’1.05 contro l’€ e ha testato livelli che non si vedevano dal 2017. In America l’S&P 500 si è avvicinato al livello di Bear Market segnando dal massimo una perdita del 20%. Ritracciamento in chiusura per WS che ha acquistato le perdite della giornata chiudendo in parità.

Venerdì

Giornata di rimbalzo per l’azionario continentale. Gli indici hanno accumulato rialzo portando l’Europa a chiudere la settimana in positivo. L’€ ha recuperato un po’ riportandosi sopra 1.04 supportato dal rialzo dei tassi (BUND +10 bps). Anche Wall Street chiude in positivo con il NASDAQ che avanza di +3.70%.

Monetary Policy

EUROPA: STABILE L’INFLAZIONE MA PROSEGUE IL CALO DELLA FIDUCIA

La settimana europea è stata caratterizzata dai dati ZEW tedeschi sulle attese e sulla situazione attuale. Ciò che è emerso dalla rilevazione, è un miglioramento delle attese sullo stato dell’economia, mentre il dato sulla situazione attuale è risultato peggiore di quanto stimato.

Sul fronte inflazionistico, i dati sul CPI di Germania e Francia sono risultati allineati alle attese e invariati rispetto al mese precedente. In Germania, il livello dei prezzi al consumo si è attesto al 7,4% mentre in Francia è stabile al 4.8%.

AMERICA: TASSI IN RIALZO

La settimana americana è iniziata con la pubblicazione del dato sulle Wholesale Inventories. Invariate rispetto al mese di febbraio, ma il dato più importante era atteso nella giornata di mercoledì.

Il mercato stimava una diminuzione del Consumer Price Index, sia su base mensile che annuale. Purtroppo, a causa delle pressioni sulle materie prime, dei problemi sulla Supply Chain e di un mercato immobiliare lento a reagire, i dati sono risultati superiori alle attese.

Il CPI su base annuale è risultato essere ancora all’8.3%, ben distante dal 2% target.

Analogamente il Producer Price Index è risultato superiore alle attese con i dati precedenti rivisti al rialzo.

Infine, i dati sul mercato del lavoro sono rimasti stabili, con le richieste di sussidio iniziali di leggero aumento e quelle di mantenimento in leggera diminuzione.

A riassumere la situazione macro e a chiudere la settimana, è stato il dato sulla fiducia rilasciato dall’Università del Michigan. Il dato è risultato in netto peggioramento rispetto al mese precedente e sui minimi da 5 anni.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata dal nervosismo in attesa del dato sul CPI statunitense. In Europa, la cerimonia del 9 maggio in onore della vittoria russa sulle forze naziste, non ha provocato ulteriori pressioni sul fronte ucraino. A preoccupare maggiormente i mercati sono state, invece, le indiscrezioni circa le interruzioni di Gas proveniente dalla Russia.

Nella settimana, nonostante il tasso di inflazione sia risultato nuovamente superiore alle attese, il mercato obbligazionario, in particolare quello statunitense, non ha reagito con un aumento dei rendimenti, al contrario il Treasury decennale è sceso di 20 bps. Sinonimo del fatto che le curve dei tassi stanno già scontando una linea più “Hawkish” da parte della Federal Reserve.

Sui mercati ciò a cui si è assistito, è stata l’incredibile resilienza delle piazze europee che hanno sovraperformato rispetto agli indici americani. Le principali motivazioni sono attribuibili alla migliore Earning season e alle differenti linee di politica monetaria. Nella settimana passata gli indici di Wall Street hanno perso oltre 2 punti percentuali con il NASDAQ a capitanare il ribasso (-2.55%). In Europa l’Eurostoxx 50 ha generato una performance positiva di oltre due punti seconda solo alla piazza di Milano (+2.44%).

In generale, le nostre linee di gestione hanno subito il movimento del mercato statunitense ma hanno anche beneficiato dal rafforzamento del dollaro. Sul fronte obbligazionario il guadagno registrato sui governativi non si è rispecchiato sui Corporate, i quale continuano ad essere sotto pressione. Sul fronte alternatives, le commodities continuano a fornire un’ottima copertura, nella settimana passata hanno generato una performance di 4 punti percentuali.