Markets
Lunedì
Avvio di seduta all’insegna della stabilità per l’Europa che cerca di consolidare le posizioni e avanzare. I rendimenti del vecchio continente sono in aumento. Complici, le dichiarazioni del membro della BCE Villeroy, il quale si attende al più presto una normalizzazione della politica monetaria europea. In America è proseguita la risk aversion con i rendimenti in discesa sulla parte lunga della curva. Sul fronte azionario i settori delle Utilites e l’Healthcare hanno fornito supporto ma, ciò nonostante, la chiusura vede l’Eurostoxx 50 arretrare di 0.49% piatto l’S&P 500.
Martedì
Avvio positivo per l’azionario europeo, con segnali di ripresa. Il tono della giornata sembra essere costruttivo con i dati a supporto dell’economia (vdi. Monetary Policy). L’azionario continentale ha guadagnato l’1.52% mentre l’S&P 500 è avanzato di oltre due punti percentuale (d’altronde aveva un gap maggiore da recuperare). In serata, il presidente della Federal Reserve Powell ha comunicato al mercato che i tassi potrebbero salire oltre la neutralità, se necessario. Inoltre, ha affermato che la Banca Centrale avrebbe dovuto muoversi prima.
Mercoledì
Dopo un avvio di giornata positivo, la trimestrale del retailer Target ha fatto fare una doccia fredda a tutto il settore e non solo. La trimestrale, nonostante le vendite in rialzo, è risultata deludente a causa dell’inflazione che sta erodendo i margini. Il mercato ha reagito con una presa di coscienza e il settore dopo poche ore perdeva oltre 8 punti percentuali. Al sell off non si sono sottratti anche gli altri settori che, a fronte del sentiment di mercato, hanno registrato perdite nell’ordine del 4% (S&P 500 -4.04%, NASDAQ -5.06%). Rendimenti in calo.
Giovedì
Apertura europea in allineamento rispetto alle perdite della serata americana. Il dollaro si è indebolito riportandosi contro l’euro sull’1.06. Durante la giornata, gli indici non hanno mostrato segnali di rimbalzo ma se non altro, non hanno proseguito la discesa. In serata piatta Wall Street.
Venerdì
Avvio di seduta positivo per l’Europa con l’azionario che avanza di oltre un punto percentuale e i rendimenti in aumento. Nel pomeriggio non erano attesi dati ma dopo le prime battute, Wall Street ha perso momentum ed ha iniziato ad accumulare ribassi. L’S&P 500 ha rotto i minimi ed ha segnato di fatto un -20% da inizio anno entrando così in quello che viene definito “Bear Market”. In US i rendimenti sono in calo e la curva in appiattimento. A due ore dalla chiusura americana, Wall Street ha fatto inversione chiudendo le posizioni ribassiste e riacquistando il sottostante.
Monetary Policy
EUROPA: STAZIONARIA CON SEGNALI INFLATTIVI
La settimana europea è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei principali dati macroeconomici. Il Gross Domestic Product è cresciuto su base trimestrale dello 0.3% e inoltre è stato rivisto il dato precedente allo 0.3%.
Sul fronte inflazionistico, il dato aggregato sul Consumer Price Index, si è attesto al 7.4% invariato rispetto al mese di marzo. In Germania invece il Producer Price Index è ulteriormente cresciuto raggiungendo il 33.5% il livello massimo dell’ultimo ventennio.
Sempre negativa ma stazionaria la fiducia dei consumatori europei.
AMERICA: SEGNALI DISCORDANTI
L’agenda macroeconomica dell’America ha visto, nella settimana passata, la pubblicazione dei dati sulle Retail Sales e sulla produzione industriale.
Le Retail Sales americane sono cresciute nel mese di aprile dello 0,6% superando le stime degli analisti (0,4%). Inoltre, va tenuto conto del dato rivisto al rialzo del mese di marzo che dal precedente 1,1% è stato 2,1%.
Anche la produzione industriale ha battuto le stime crescendo su base mensile dell’1,1%.
I dati sul mercato del lavoro si sono mantenuti buoni anche se le richieste di sussidio sono tornate ai livelli di gennaio.
Ciò che ha fornito qualche sospetto sullo stato dell’economia, sono stati i dati relativi al mercato immobiliare, con l’Empire manufacturing che è risultato in netto peggioramento, e anche le richieste di costruzioni sono diminuite. Inoltre, le Existing Home Sales sono sui minimi dal 2020, segnale che l’inflazione, la stretta monetaria stanno rallentando, di fatto, il ciclo.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata dalla presa di coscienza della relazione tra inflazione, stretta monetaria e risultati economici. Ciò che è emerso dal tonfo dei Consumers è il fatto che l’inflazione stia pesando sui profitti delle aziende sotto forma sia di minori ricavi che di maggiori costi. I problemi sulle catene di approvvigionamento non sono gli unici a preoccupare gli analisti. Infatti, la minor capacità di indebitamento e il maggior costo per prendere a prestito sembrano essere tematiche sempre più attuali.
Sui mercati ciò a cui si è assistito è stato un vero e proprio sell off dell’azionario a favore dei titoli risk free. Il movimento Fly to Quality ha causato infatti la discesa dei rendimenti. Negli States il tasso del Treasury a 10 anni ha perso -14bps, piatto il Bund.
In Europa è proseguita la sovraperformane dell’azionario continentale rispetto agli indici statunitensi. L’EuroStoxx 50 ha chiuso la settimana con un ribasso dell’1,25% (S&P 500 -3.05%).
In generale, le nostre linee di gestione hanno subito il movimento del mercato statunitense ma hanno anche beneficiato dal rafforzamento del dollaro. Sul fronte obbligazionario, i guadagni registrati sul comparto governativo, non si sono rispecchiati sui Corporate, i quali, continuano ad essere sotto pressione. Le commodities continuano a fornire un’ottima copertura, generando nella settimana una performance di oltre un punto e mezzo.