Markets

Lunedì

Avvio di seduta caratterizzata dalla chiusura di Wall Street a fronte del Memorial Day. L’Europa è partita positiva con gli indici in rialzo, mentre i dati sul CPI dei singoli paesi europei hanno messo sotto pressione i tassi. Ciò che è emerso è una situazione di generalizzato rialzo dell’indice dei prezzi al consumo (CPI Spagnolo +8.7%). Nel pomeriggio, il capo economista della Banca Centrale Europea Philip Lane, ha approvato il programma anticipato della BCE con il primo rialzo di 25 bps a luglio e l’uscita dai tassi negativi a settembre.

Martedì

Apertura negativa. Prosegue il focus sull’inflazione europea con il dato aggregato che si è attestato all’8.1% (vs 7.8% Survey). A pesare maggiormente sull’indice dei prezzi al consumo continuano ad essere le componenti di Food ed Energy sulle quali la politica monetaria non ha un impatto diretto. L’apertura di Wall Street non ha agevolato il vecchio continente che in chiusura perdeva l’1.36%. Piatto l’S&P 500 -0.03%.

Mercoledì

Giornata all’insegna dei dati macroeconomici con la pubblicazione dei dati PMI e dell’ISM Manufacturing (vdi. Monetary Policy). In Europa, il sentiment sul mercato si è rapidamente spento andando ad accumulare ribassi. In America la reazione del mercato ai dati macroeconomici è stata alquanto inaspettata, andando a scontare un quadro dell’economia migliore del previsto con il $ e i rendimenti in rialzo. Negativo l’azionario: Eurostoxx 50 -0.78% e S&P 500 -0.75%.

Giovedì

Avvio di seduta in miglioramento rispetto alla chiusura sui minimi di settimana di ieri sera. L’Europa ha fatto fin da subito progressi andando a colmare l’ipervenduto. Wall Street dopo un avvio travagliato, ha rapidamente accumulato guadagni andando a chiudere la seduta sui massimi con l’S&P 500 a 4.176 (+1.84%).

Venerdì

Giornata di ritracciamento per l’azionario. Difficile attribuire alla discesa un vero e proprio catalyst ma il movimento sull’azionario sembra dettato anche dalle curve dei tassi che da inizio settimana, hanno avuto un movimento unidirezionale. Seppur negativa, è necessario riportare la resilienza dell’azionario europeo rispetto al mercato statunitense. Chiusura di settimana con un tonfo da parte di S&P 500 e NASDAQ (-1.63%; -2.72%).

Monetary Policy

EUROPA: INFLAZIONE ALLE STELLE

La settimana europea è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati CPI. La situazione che si evince è un’accelerazione dell’inflazione in tutti i principali paesi europei. Il dato aggregato ha superato l’8.0% e il PPI dei singoli paesi si aggira attorno al 30%.

Ciò nonostante, i dati sul settore manifatturiero sono risultati in linea con le attese e in alcuni casi, come in Germania, migliori delle aspettative.

In linea l’economic confindence e il consumer confidence.

AMERICA: SEGNALI POSITIVI

L’agenda macroeconomica statunitense è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati sul settore manifatturiero. I dati rilasciati dall’ISM sono risultati superiori alle attese.

Il mercato del lavoro si è mantenuto tonico mentre i Nonfarm Payrolls sono risultati migliori delle attese.

I Durable Goods Orders sono risultati in linea alle attese mentre i Factory Orders sono risultati in peggioramento con i dati rivisti al ribasso.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata da una fitta agenda macroeconomica e da una ritirata sul fronte obbligazionario. Ciò che è emerso è una situazione macroeconomica migliore di quanto stimato dal mercato, soprattutto a fronte di un mercato del lavoro che negli Stati Uniti continua a rimanere solido e a fornire supporto alla Federal Reserve. In Europa il mercato sembra aver assimilato il rialzo di luglio e l’uscita dai tassi negativi a settembre.

Nella sola settimana, il tasso del BUND tedesco a 10 anni si è rialzato di oltre 30 bps, mentre il BTP italiano di oltre 50 bps. In Italia, il rendimento del decennale ha raggiunto il 3.4% livello che non si vedeva dal 2014.

Sul fronte azionario, i mercati nella giornata di venerdì hanno perso quanto guadagnato il giorno prima chiudendo la settimana in territorio negativo.

Ad ogni modo il mercato si mantiene sui livelli di correzione con il NASDAQ che rimane all’interno del “Bear Market” con il 79% dei titoli sottostanti al di sotto della propria media mobile a 200 giorni.

In generale, le nostre linee di gestione sono rimaste flat rispetto al mercato con la componente obbligazionaria a scontare l’accelerazione della BCE.  Sul fronte obbligazionario, la nostra SICAV STABLE RETURN FUND grazie alle coperture sui tassi è riuscita a stabilizzarsi evitando il ribasso dato dai governativi.