Markets

Lunedì

Avvio di settimana positivo per l’Europa. Nella giornata non sono previsti dati macroeconomici ma si attende la conferenza della BCE fissata per giovedì. Wall Street apre con un buon tono ma dopo le prime ore di contrattazione, il rendimento del Treasury a 10 anni si è riportato sopra il 3%. Le borse hanno accumulato ribasso riportandosi sulla pari.

Martedì

Apertura negativa all’insegna della debolezza registrata ieri a Wall Street. Anche oggi l’agenda macro è scarsa, ma gli occhi sono già puntati verso il CPI US di venerdì. In America l’ipervenduto delle prime ore è stato rapidamente acquistato riportando le borse in positivo e i rendimenti diminuzione. S&P 500 +0.95% e NASDAQ +0.89%.

Mercoledì

L’Asia torna a crescere. Le aperture e i buoni dati macroeconomici (Export), hanno fatto tornare un po’ di entusiasmo sul mercato cinese, il quale ha chiuso la seduta a +2.24%. In Europa, apertura sulla pari, in attesa della riunione della BCE di domani. I rendimenti oggi sono in rialzo anche se bisognerà attendere la BCE e il CPI americano per vedere una direzionalità. Chiusura europea più composta mentre Wall Street ha perso mediamente l’1%.

Giovedì

Apertura negativa per l’Europa, complice il nervosismo in vista della BCE. Le parole del Presidente Lagarde hanno ribadito che il focus rimane sull’inflazione e le ultime previsioni sono state riviste al rialzo con il CPI europeo dell’anno corrente atteso al 6.8% dal 5.1% di marzo. Contestualmente sono state riviste al ribasso le aspettative sulla crescita.

Durante la conferenza la Lagarde ha fatto precommitment sui tassi, annunciando il primo rialzo di 25 bps a luglio. Infine, è stata annunciata la volontà di mantenere sotto controllo il rischio frammentazione (spread), ipotizzando di utilizzare il reinvestimento delle revenue del portafoglio della BCE.

La reazione del mercato è stata immediata e violenta. Le curve dei tassi si sono traslate al rialzo con tutte le scadenze in aumento mentre parallelamente anche gli SPREAD si sono allargati. Sul fronte azionario i ribassi sono nell’ordine del -2% mentre l’€, dopo aver toccato 1.075, è crollato a 1.06.

Venerdì

Giornata all’insegna del Consumer Price Index statunitense, dato che ha indirizzato i mercati verso un sell off generalizzato. I rincari sul Food ed Energy, hanno spinto il CPI all’8.6%, ben oltre l’8.3% atteso, generando un picco di volatilità e un eccesso di vendite. Il contesto era analogo al giorno prima con la differenza che le vendite sull’azionarie sono state molto più pesanti. In chiusura Eurostoxx 50 -3.36%, S&P 500 -2.91%, NASDAQ -3.56%.

Monetary Policy

ASIA: IN MIGLIORAMENTO

La situazione asiatica è senza dubbio in miglioramento. I dati sull’Import ed Export sono risultati in netto miglioramento rispetto al mese precedente. Le riaperture stanno dando i loro risultati con l’economia in crescita e l’inflazione sotto controllo.

AMERICA: L’INFLAZIONE DA URLO

L’agenda macroeconomica statunitense è stata caratterizzata senza dubbio dalla pubblicazione del Consumer Price Index.

A inizio settimana, le Wholesale Inventories, sono uscite in rialzo rispetto alle attese. Il mercato del lavoro si mantiene solido anche se le richieste iniziali di sussidi sono aumentate di 20mila unità.

Infine, il sentiment rilasciato dall’università del Michigan è risultato in netto peggioramento rispetto al mese di maggio.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata senza dubbio dalla politica monetaria. La conferenza della Banca Centrale Europea ha, nella giornata di giovedì, scosso i mercati mostrando, seppur l’unanimità delle decisioni, una spaccatura tra chi avrebbe voluto agire prima e con più voga e chi ha cercato di palesare al mercato le mosse future. Ad ogni modo, seppur il mercato stimasse già un rialzo di 25 bps per luglio, il pre-comittment non è stato apprezzato. Inoltre la poca chiarezza circa un possibile “tool” da impiegare in caso di rischio frammentazione, ha generato un rapido risk off con gli SPREAD in allargamento e i rendimenti tedeschi in rialzo di circa 20 bps su tutte le scadenze.

Sul fronte statunitense, il Consumer Price Index, pubblicato venerdì, ha mostrato una situazione in cui il comparto Food and Energy continua a spingere l’inflazione sui massimi. Il dato si è attestato all’8.6% mentre il mercato si attendeva una discesa dal precedente 8.5% ad un 8.3%. Ciò che è emerso è che nonostante la pressione sulla componente core del CPI sia diminuita, ciò non è stato sufficiente a placare il rialzo dell’energy.

Sui mercati la reazione è stata immediata con l’S&P 500 che ha perso circa 3 punti percentuali mentre il rendimento decennale è saliva di 11 bps.

Sul fronte valutario, nonostante il rialzo delle curve, core e periferiche, l’€ ha perso terreno e si è mosso in direzione 1.05.

In generale, le nostre linee di gestione, grazie al sottopeso equity e grazie alla presenza di dollaro, hanno contenuto il movimento ribassista registrato nelle ultime due sedute della settimana. Sarà cruciale il meeting dell’FOMC previsto per il 25 giugno.