Markets
Lunedì
Nella giornata odierna sono arrivare indiscrezioni circa un possibile rialzo dei FED fund rate di 75 bps. Nonostante i 75 bps fossero già prezzati, dal mercato si è assistito ad un generalizzato repricing. In Europa l’Eurostoxx 50 ha perso il -2.69%. A Wall Street l’S&P 500 è ufficialmente entrato nel “Bear Market segnando un -21% YTD.
Martedì
Giornata del mancato rimbalzo. Il nervosismo in vista FOMC prosegue e le borse continuano ad essere sgonfie, sia in termini di volumi che di vigore. Nella giornata, i dati tedeschi ZEW non hanno aiutato, riportando delle Expectations peggiori delle attese. Nel pomeriggio, il PPI americano è risultato in leggera contrazione, messaggio che le misure di politica monetaria stanno dando i propri frutti. In chiusura le borse segnavano perdite nell’ordine del mezzo punto percentuale.
Mercoledì
In Europa le parole di Schnabel (membro BCE) circa il focus sulla frammentazione ha innescato una corsa sull’obbligazionario, con rendimenti in calo e € in correzione. L’azionario ha aperto in rialzo e anche i future americani sono positivi.
In serata, la conferenza di Jerome Powell ha annunciato il rialzo di 0.75 bps, giustificando il cambio di passo come misura “straordinaria” a fronte di un’inflazione all’8.6%. In generale, il presidente è risultato fiducioso sulla capacità della politica monetaria di intervenire sui livelli di inflazione.
La seduta sostenuta dalla trasparenza e dalla dinamicità della banca centrale si è conclusa in positivo, terminando la scia negativa che perdurava da 6 sedute consecutive. (S&P 500 +1.46%, NASDAQ +2.49%).
Giovedì
La seduta odierna è stata caratterizzata dalla doccia fredda arrivata dalla Svizzera. La Suisse National Bank ha annunciato nella mattinata senza preavviso, un rialzo di 50 bps. Ha aggiunto di essere pronta ad intervenire sul mercato dei cambi per stabilizzare la divisa. Neanche a dirlo, il mercato ha reagito capitolando con i rendimenti in aumento. Nel primo pomeriggio è arrivata anche la conferma del rialzo di 25 bps da parte della Bank of England. La seduta è proseguita accumulando ribasso con l’Eurostoxx 50 -2.96% e S&P 500 -3.25%.
Venerdì
Apertura in rialzo per l’azionario continentale con i rendimenti in correzione e lo SPREAD BTP – BUND in diminuzione. All’apertura di Wall Street, l’azionario era positivo ma i rendimenti in aumento hanno soffocato il rimbalzo.
Monetary Policy
EUROPA: INFLAZIONE IN AUMENTO
In Europa la settimana è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati tedeschi ZEW. Hanno evidenziato un miglioramento della situazione attuale -27.6 contro il -31.0 atteso ma al contempo un peggioramento sulle Expectations -28.0 contro -26.8 atteso.
Venerdì è stato pubblicato il dato più atteso, ovvero, il CPI. E’ risultato in linea con le attese all’8.1% in sensibile aumento rispetto al precedente 7.4%.
AMERICA: CORSA SUI TASSI
Nella settimana della FED, l’agenda macroeconomica ha riportato diversi dati. Primo tra tutti il Producer Price Index, il quale è risultato in diminuzione rispetto alle stime. Nonostante la componente energetica e alimentare sia aumentata, la parte core è diminuita dello 0,5% da aprile e dello 0,3% rispetto alle attese.
Al contempo, anche le Retail Sales sono diminuite andando, nella rilevazione mese su mese, in territorio negativo.
Il rallentamento si è registrato anche sul settore immobiliare con le Housing Starts e i Building Permits in rallentamento.
Il mercato del lavoro continua a mantenersi tonico ma è necessario riportare che dalle prime settimane di aprile il numero di richieste di sussidi è gradualmente aumentato.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata senza dubbio dalla centralità delle politiche monetarie. Nuovamente si è assistito ad una globale spinta a favore di politiche restrizionistiche. In termini generali l’ingente ammontare di liquidità immesso nel sistema rappresenta per le banche centrali la maggior preoccupazione, per tanto la corsa al tightening risulta essere inevitabile.
Andando per ordine, la settimana è iniziata sulla scia della conferenza della BCE e del dato CPI statunitense della settimana prima. Nelle prime sedute il nervosismo è stato dettato dalla fitta agenda macroeconomica e dall’evento dell’FOMC. In tale clima la BCE ha fatto sapere che il nuovo tool anti-frammentazione dovrebbe essere pronto per luglio e anche se non sono chiari i dettagli l’obiettivo sarà quello di mantenere “ordinato” il mercato obbligazionario.
Sul fronte statunitense, il Federal Open Market Committee ha optato per un rialzo di 75 bps il più alto negli ultimi 28 anni. La scelta è stata senza dubbio caratterizzata da molteplici fattori ma in termini generali la mossa della FED è stata fatta in funzione di velocizzare per quanto possibile, il tightening in modo tale da non dover rialzare i tassi in un contesto di rallentamento economico.
In generale sui mercati, la settimana è stata caratterizzata dal doppio minimo del mercato azionario con l’Eurostoxx 50 a -4.50% e l’S&P 500 a -5.79%. Sul fronte obbligazionario le curve dei tassi (EU e US) dopo aver toccato i massimi, hanno ritracciato chiudendo la settimana con un allargamento dello SPREAD tra core e periferici.
Il BTP ha toccato il 4% rendimento che non si vedeva dal 2013.
Sul fronte valutario, l’€ si rafforzato contro il $ riportando il cambio sopra 1.05.
In generale, le nostre linee di gestione grazie al sottopeso equity hanno contenuto il movimento ribassista e in termini relativi allargato il differenziale con il mercato.