Markets

La settimana appena trascorsa è stata decisamente interlocutoria per i mercati finanziari.

Il calendario di dati era piuttosto scarico ad eccezione dei dati sulla produzione industriale Europea di Francia, Germania e Italia, rispettivamente rilasciati mercoledì, giovedì e venerdì, e i dati sul tasso di disoccupazione USA, sempre di venerdì.

Gli occhi degli operatori erano tutti incentrati sul dato odierno di inflazione USA che, vi anticipiamo, ha battuto le attese e non rappresenta un dato positivo per la FED e l’efficacia della sua politica restrittiva.

Ma andiamo con ordine.

Lunedì

La settimana è iniziata con un mood moderatamente positivo, in un contesto di scarsissima liquidità in cui probabilmente i principali investitori hanno preferito restare sulle proprie posizioni lasciando il compito ai retail di comprare.

Europa e futures Usa hanno chiuso in moderato in rialzo la giornata, senza particolari emozioni.

Martedì

Avevamo i primi dati rilevanti. La produzione industriale francese (0% Mom) non ha fornito nessuna sorpresa. Il moderato rialzo dell’azionario è proseguito costante anche nel pomeriggio con la pubblicazione degli ordinativi industriali USA in rialzo e migliori delle attese (+1,6% Vs attese di +0,5%). E siamo alla seconda seduta di fila positiva per l’azionario. DOPPIETTA!

Mercoledì

I dati sugli ordini delle imprese tedesche hanno replicato la sorpresa giunta da oltreoceano, non rovinando il sentiment moderatamente positivo e garantendo in questo modo un’ulteriore giornata positiva per l’azionario globale. – THREE IN A ROW!

Giovedì

I soliti dati sui Jobless Claims USA non hanno riservato apparentemente nessuna sorpresa. Se ci fermiamo ai sussidi il mercato del lavoro USA appare in discreta salute e non vi sono segnali di recessione imminente. In realtà il dato sui sussidi è al momento abbastanza fuorviante in un contesto di mercato in cui non è raro che un lavoratore americano svolga non uno ma due lavori contemporaneamente per sopperire all’aumento dei prezzi al consumo. Ad ogni modo, nonostante la necessità di analizzare in maniera più approfondita il contesto lavorativo USA, il mercato azionario statunitense ha tenuto botta alla piccola fase di volatilità intra-giornaliera sui dati. Ha chiuso in moderato rialzo. 4 giorni positivi per l’equity. Un piccolo record di questi tempi. – POKER!

Venerdì

E’ stata una giornata abbastanza volatile. L’azionario Europeo è riuscito a chiudere con frazionale rialzo. Gli USA che, dopo il dato sul tasso di disoccupazione in linea con le attese e fatte salve le riflessioni del giorno precedente, sono riusciti nel finale di seduta a chiudere sostanzialmente invariati. Possiamo azzardarci a considerare anche questa giornata come positiva per l’Azionario e quindi segnare un 5 su 5. – ALL IN!

Monetary Policy

AZIONARIO POSITIVO, MA….

Se la settimana, per quanto riguarda il mercato azionario, è stata interamente positiva (anche se le variazioni non sono particolarmente rilevanti e non stiamo certo parlando di un recupero delle quotazioni di 10 punti percentuali). A tenere banco è stata l’evoluzione del cambio Euro/Dollaro.

L’Europa versa in una situazione di debolezza estrema. In piena crisi energetica con le chiusure (invero programmate per annuale manutenzione) del gasdotto Nord Stream 1 e con la paura che questo non venga più riaperto (o comunque solo parzialmente), con le riserve strategiche ancora da ricostruire e con il prezzo dell’energia che continua ad essere elevato.

In questo senso, la Germania sembra essere il paese che più sia preoccupato della situazione, essendo il suo modello economico improntato sul rifornimento di energia a basso costo per produzione ed esportazione e ritrovandosi ora per la prima volta dal 1991 con un saldo della bilancia commerciale negativo.

Ovviamente tutto questo ha avuto ripercussioni importanti sul fronte valutario, con il cambio EUR/USD che è ormai fermo su 1, sancendo quindi una parità tra le due valute.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

Come detto all’inizio, il mercato era in trepidante attesa del dato odierno sull’inflazione statunitense, che ha fatto segnare un impressionante 9,1% YoY rispetto ad attese comunque molto alte di 8.8%.

In questo contesto appare decisamente scontato un ulteriore rialzo della FED di  almeno 75bp al prossimo meeting (diciamo almeno perché, dato di poco fa, la Banca Centrale Canadese ha appena effettuato un rialzo di 100 bp a dispetto dei 75 attesi…). Le pressioni sul cambio Euro/Dollaro potrebbero però fermarsi qui, essendo l’entità del rialzo già prezzata nel mercato dei Fed Fund, e anche la reazione dell’Equity (oggi ha virato in negativo all’uscita del dato) potrebbe non essere così esagerata nelle prossime sedute.

La situazione resta quindi piuttosto complicata.

In generale le nostre linee di gestione, nella settimana trascorsa, hanno beneficiato del rialzo del mercato azionario ed anche del rialzo del dollaro, recuperando parecchio dal livello di inizio mese.