Markets
Lunedì
Avvio di settimana influenzato dalle misure anti covid messe in atto dal governo di Pechino. Le parziali e totali chiusure di diversi distretti chiave, hanno posto diversi interrogativi sul fronte Supply chain. Inoltre, a fronte di ulteriori lockdown, la popolazione ha iniziato a manifestare organizzando cortei e proteste di piazza. Sul fronte mercati il nervosismo si è registrato. In Europa l’€ ha recuperato sorretto dai toni aggressivi della BCE che secondo quanto riportato dal Presidente Lagarde, l’inflazione non avrebbe ancora raggiunto il picco massimo. Deboli i listini azionari e calo dei rendimenti americani, in chiusura S&P 500 -1.54%.
Martedì
Avvio positivo per l’Europa che attende nella mattinata i primi dati CPI dei singoli paesi. A fronte di un rallentamento generalizzato della pressione dei prezzi al consumo (vdi. Monetary Policy), i rendimenti sono diminuiti significativamente e l’azionario continentale ne ha beneficiato. Nel pomeriggio, Wall Street non ha fornito il supporto sperato guardando già al discorso di Powell atteso per mercoledì sera.
Mercoledì
Seduta influenzata dai dati macro europei. Confermano un leggero rallentamento del CPI a fronte di una componente core che è rimasta ancorata al 5%. Sul fronte azionario, il mercato è partito con tono positivo ma nel pomeriggio il quadro si è deteriorato con i rendimenti in aumento e Wall Street in contrazione. In serata Jerome Powell ha tenuto il suo discorso e, a dispetto di quanto temuto dagli analisti, i toni sono risultati più accomodanti del previsto. Secondo quanto riportato del numero uno della FED, l’inflazione potrebbe aver raggiunto il proprio massimo e i tassi, con gli aumenti di dicembre, potrebbero essere vicini al loro livello massimo. Positiva la reazione del mercato con i rendimenti in discesa e l’azionario in rally (NASDAQ +4.59%).
Giovedì
Catch up dell’Europa che tenta di fattorizzare la corsa di ieri sera di Wall Street. Sul fronte macro i dati PMI non hanno aiutato e la corsa del vecchio continente si è arenata sul +1%. La giornata è proseguita con i dati macro a far da market drivers. In America i PCE Deflators di ottobre sono risultati inferiori alle attese, segnale di rallentamento. Debole il dollaro.
Venerdì
Seduta caratterizzata dalla resilienza del mercato del lavoro americano. I Nonfarm Payrolls sono risultati pressoché invariati e con pressioni salariali ancora robuste. Brusca correzione del mercato con rendimenti in salita (US e EU). Azionario in diminuzione e EURUSD che si riporta sotto l’1.045. Dopo l’iniziale correzione, frutto anche di due giorni di rialzi, il mercato si è stabilizzato ed ha gradualmente ritrovato un tono positivo. In chiusura le perdite sono state minimizzate sia in Europa (Eurostoxx 50 -0.17%) sia in America (S&P 500 -0.12%).
Monetary Policy
EUROPA
Nella settimana passata in Europa sono stati pubblicati diversi dati macroeconomici. Andando con ordine, l’inflazione sembra aver rallentato con tutti i principali paesi europei, ad eccezione della Francia, in rallentamento. Il dato aggregato preliminare si è attestato al 10.0% con la componente core fissa al 5.0%.
Per contro i dati relativi al settore manifatturiero, sono risultati peggiori delle attese in quasi tutti i paesi europei ad eccezione dell’Italia, che a sorpresa ha battuto le stime.
AMERICA
In America, i dati della settimana si sono focalizzati sul mercato del lavoro. Infatti, oltre alla pubblicazione del report sullo stato attuale del mercato, sono stati pubblicati i Nonfarm Payfolls, ovvero gli occupati nei settori non agricoli, risultati nettamente superiori alle previsioni degli analisti. Sul fronte sussidi i dati risultano ancora incoraggianti con le richieste iniziali in diminuzione.
Sul fronte economico, la fiducia dei consumatori è rimasta invariata. La personal consumption è aumentata e l’ISM Manufacturing è sceso sotto la soglia dei 50.0.
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
La settimana passata è stata caratterizzata dai positivi dati macroeconomici e dal cambio di stance da parte della Federal Reserve. In Asia i nuovi lockdown hanno generato proteste e manifestazioni aumentando la pressione sul governo di Pechino.
In Europa l’inflazione sembra aver raggiunto il picco registrando per la prima volta da giugno 2021 una diminuzione. L’allentamento della pressione è imputabile alla componente più variabile del CPI, ovvero, la componente energetica mentre la componente core è rimasta ancorata al 5.0%.
L’America sembra aver ritrovato la verve attraverso le dichiarazioni di Jerome Powell. Dopo i toni “Hawkish” dell’ultimo meeting dell’FOMC, sembra aver assunto posizioni più accomodanti annunciando che la fine dei rialzi potrebbe arrivare a breve. Immediata e positiva la reazione del mercato che dopo mesi di politiche monetarie restrizioniste, hanno trovato la prima apertura della FED.
Sul fronte azionario, Wall Street ha recuperato parte della sottoperformance verso gli indici europei anche se i dati sui Nonfarm Payrolls di venerdì hanno ridotto i guadagni.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti sono diminuiti capitanati dalla curva dei Treasury che sulla scadenza a 10 anni ha perso circa 20 bps.
Contestualmente, sul fronte valutario, il cambio euro dollaro si è riportato al di sopra dell’1.05. Il movimento è attribuibile maggiormente alla debolezza del biglietto verde che alla forza dell’€.
In generale, le nostre linee di gestione hanno beneficiato del movimento dell’azionario. Sul fronte obbligazionario nonostante la settimana positiva la situazione continua ad essere complicata.