Markets
Lunedì
Nel corso del fine settimana sono aumentate le tensioni geopolitiche in Medioriente, in virtù dell’attacco iraniano contro Israele. L’attacco è stato però sostanzialmente inefficace per via della pronta intercettazione israeliana. Questo fatto ha sicuramente concorso a migliorare il sentiment degli investitori: positive infatti, sin dai primi scambi le borse europee, che terminano con diffusi guadagni attorno al mezzo punto percentuale. In America, le retail sales di marzo hanno nettamente mancato il consenso degli analisti assestandosi, su base mensile, allo 0.7%, contro un’attesa di 0.4%. Il rapporto decisamente maggiore del previsto sulle vendite pone ulteriori interrogativi circa le tempistiche e l’entità dei tagli dei tassi da parte della Fed. La risposta al dato di Wall Street è stata negativa, con un underperformance del tech (Nasdaq -1.65%; S&P500 -1.20%).
Martedì
Dopo il sell off delle ultime due sedute, si conferma debole Wall Street (Nasdaq flat, S&P500 -0.20), a seguito di alcuni commenti hawkish di Powell che ha ribadito come i dati sull’inflazione non abbiano fornito evidenti segnali di progresso e che la Fed, in ragione di ciò, potrebbe mantenere più a lungo l’attuale livello dei tassi di interesse. Sul fronte trimestrali, delude Bank of America mentre sorprende positivamente JPMorgan grazie ad un aumento dei ricavi nella divisione wealth management.
Mercoledì
Giornata contraddistinta dall’uscita di diverse trimestrali in Europa. Asml, colosso olandese dei semiconduttori, ha mancato di molto le stime sui ricavi e sugli ordini, rivendendo i profitti dei prossimi trimestri, chiudendo con un pesante -7% e trascinando al ribasso tutto il comparto. All’opposto Adidas ha rivisto evidentemente al rialzo le stime sui profitti dell’anno, registrando un balzo dell’8%. A fronte delle trimestrali, la chiusura europee è comunque piatta, con i principali listini in marginale rialzo. Lo scarso rapporto sugli utili di ASML si è ripercosso anche sul tech statunitense, con l’indice Nasdaq ancora in calo dell’1.24%. Negativo anche l’S&P500 (-0.60%).
Giovedì
In assenza di rilevanti dati macro per l’Europa, l’attenzione degli investitori vira su alcuni interventi da parte dei membri della Bce dove è emersa nuovamente una buona probabilità di tagli dei tassi nel meeting di giugno. Negli Stati Uniti, invece, le richieste iniziali di sussidio sono rimaste inalterate dalla precedente settimana (212mila unità), risultando marginalmente inferiori rispetto alla previsione di 215mila unità. Le Existing Home Sales, nel mese di marzo, sono calate del 4.3%, valore leggermente maggiore delle stime. Nonostante la lettura di diversi dati, il driver di giornata è però l’intervento di Williams, membro del Fomc, il quale ha sottolineato come i dati attuali sull’inflazione e sull’economia potrebbero addirittura indurre ad un possibile rialzo dei tassi. La risposta di Wall Street è stata chiaramente negativa, con gli iniziali guadagni erosi dopo il discorso (Nasdaq -0.57%; S&P500 -0.22%).
Venerdì
Fine settimana ancora una volta influenzato dal rischio geopolitico. Nella notte è infatti Israele ha risposto attaccando una base militare iraniana tramite droni, senza però causare vittime. Sin dai primi scambi, le borse europee, al pari dei futures americani, sono deboli, complice una risk aversion dettata dalle notizie riguardanti il conflitto. Oltreoceano, Netflix ha riportato i conti del primo trimestre, ottimi dal punto di vista dei ricavi e delle subscriptions, ma con una guidance cauta per il proseguo dell’anno, che ha determinato forti vendite sul titolo. Wall Street termina la settimana in rosso con una netta underperformance del tech (Nasdaq -2%; S&P500 -0.90%).
Monetary Policy
CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE
Nella settimana appena trascorsa, il rischio legato ad una possibile escalation del conflitto in Medioriente insieme ad una serie di dichiarazioni aggressive da parte di alcuni membri della Fed, ha determinato una settimana volatile sui mercati con un incremento della risk aversion degli investitori.
I listini azionari hanno visto diffuse prese di profitto. Wall Street ha terminato in evidente calo, con una decisa underperformance del comparto tecnologico (Nasdaq -5%; S&P500 -3%). Più contenuti invece i cali sui listini europei con l’indice Eurostoxx 50 in arretramento di circa un punto percentuale.
I dati economici forti degli Stati Uniti hanno posto ulteriormente dubbi in merito alle tempistiche dei tagli dei tassi da parte della Fed. Questo, chiaramente, ha generato un impatto sui tassi governativi, con il rendimento del treasury a dieci anni in aumento di 10 bps al 4.62%. Di riflesso, anche i rendimenti europei sono risaliti, nel dettaglio di 17 bps il decennale italiano (al 3.93%) e di 14 bps il bund a dieci anni (al 2.50%).
Sul fronte valutario, stabile il cambio eurodollaro a 1.0656.
Per quanto riguarda le nostre linee di gestione, la complessa settimana sui mercati globali sicuramente non ha favorito le linee azionarie, le quali però, godendo di una buona diversificazione, hanno saputo contenere la discesa del mercato.