Markets

Lunedì

Inizia la settimana che pone fine al primo semestre dell’anno. L’appuntamento principale è sicuramente venerdì e riguarderà la lettura del PCE, indice prediletto dalla Fed per quanto riguarda l’inflazione. In una giornata sostanzialmente priva di rilevanti dati macro sia in Europa che negli Stati Uniti, i listini del Vecchio Continente cominciano gli scambi con il piede giusto, trainati in particolar modo dal comparto bancario e da quello automobilistico, per poi chiudere con evidenti rialzi nell’ordine del punto percentuale (Eurostoxx 50 +0.90%). Oltreoceano, contrastati i listini di Wall Street, con il tech in calo (Nasdaq -1.10%; S&P500 -0.31%; Dow Jones +0.65%) e le small cap in rialzo (Russell 2000 +0.45%).

Martedì

Dopo un inizio di settimana con ottimi progressi, torna il clima di risk aversion sui mercati europei, con le principali piazze che ritracciano di circa mezzo punto percentuale. Del resto, la prima tornata delle elezioni francesi è davvero prossima, in quanto si terrà nel fine settimana. A Wall Street invece rimbalza il comparto tecnologico, guidato dalla performance di Nvidia (Nasdaq +1.3%; S&P500 +0.4%). A livello macro, rilevante la lettura dell’indice dei prezzi al consumo canadese di maggio che, su base annuale, è risultata in aumento oltre le previsioni assestandosi al 2.9% (exp. 2.6%).

Mercoledì

Giunti a metà settimana, il nervosismo legato alle prossime elezioni francesi si conferma essere il principale driver per i listini europei, che terminano ancora con diffusi ribassi (Eurostoxx 50 -0.50%). Oltreoceano, le vendite di case nuove di maggio sono calate in misura importante, assestandosi a 619mila unità (contro una previsione di 633mila), in diminuzione dalla precedente rilevazione di 698mila. Fronte obbligazionario, in risalita di 7-8 bps i tassi sui treasury, dopo che, come per il caso canadese di ieri, l’indice dei prezzi al consumo australiano di maggio è risultato oltre le attese (4.0% YoY vs exp. 3.8%).

Giovedì

Dopo i cali registrati nelle precedenti due sedute, continua la debolezza sui listini europei, con Piazza Affari e Parigi maglie nere (entrambe -1%). Nel frattempo, il prodotto interno lordo finale statunitense del primo trimestre è stato rivisto leggermente al rialzo all’1.4% dall’1.3%, mentre le richieste iniziali di sussidio sono risultate pressoché in linea, seppur sempre su livelli particolarmente elevati. A fronte dei dati, flat Wall Street con overperformance del Russell 2000 (+0.90%) in attesa del PCE di domani.

Venerdì

Ultimo giorno della settimana, che coincide con l’ultima seduta del semestre, nel quale l’attenzione dei mercati è rivolta alla lettura del Pce, dato preferito della Fed in merito all’inflazione. Il Personal Consumption Expenditure di maggio è risultato in linea con le attese al 2.6%, con una variazione mensile nulla. La componente core è aumentata dello 0.1% nel mese, assestandosi, su base annuale, al 2.6%, in calo dal 2.8%. A fronte di una lettura nel complesso in linea del PCE, Wall Street termina la settimana in calo (Nasdaq -0.54%; S&P -0.40%), mentre poco mossi i listini europei.

Monetary Policy

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana appena trascorsa, che ha segnato la fine del primo semestre dell’anno, è stata caratterizzata da importanti dati macroeconomici nonostante, soprattutto sui mercati europei, il nervosismo legato alle imminenti elezioni francesi sia rimasto il driver principale per gli investitori. Il Personal Consumption Expenditure, indicatore prediletto dalla Fed riguardo l’inflazione, è nel complesso uscito in linea con le attese, mentre sia l’indice dei prezzi al consumo australiano che quello canadese, sono risultati maggiori delle previsioni.

L’ultima settimana del semestre ha visto ritorni negativi per l’azionario, sia in Europa che negli Stati Uniti. L’indice paneuropeo Eurostoxx 50 ha chiuso a -0.30%, in linea con i listini periferici, eccezion fatta per il Cac 40 di Parigi (-1.96%). Marginalmente negativa Wall Street, con però un’overperformance dell’indice delle small cap Russell 2000 (+1.25%).

A livello obbligazionario, i tassi governativi sono tornati a salire. Il rendimento del treasury a dieci anni è aumentato di 14 bps, portandosi al 4.45%.  In aumento anche i rendimenti degli omologhi italiani e tedeschi, rispettivamente di 13 bps e di 9bps. Questo ha comportato un allargamento dello spread BTP-BUND in area 150.

Sul fronte valutario, in apprezzamento la moneta unica sul biglietto verde, con il cambio a 1.071.

Per quanto riguarda le nostre linee di gestione, quelle obbligazionarie hanno ottenuto progressi, nonostante i tassi governativi siano risaliti nel corso della settimana. Stabili le linee bilanciate.