Markets

Avvio di settimana influenzato ancora dal simposio di Jackson Hole, grazie al quale il mercato ha recepito positivamente i toni moderati del presidente della FED. Nell’appuntamento conclusosi la settimana passata Jerome Powell ha confermato l’intenzione di iniziare a ridurre gli acquisti nel 2021, ammesso e non concesso che l’evoluzione sarà in linea con lo scenario della FED. Powell ha sottolineato i progressi fatti sul fronte dell’occupazione ma i timori legati alla variante delta continuano a gravare sull’agenda della banca centrale.

Nella prima giornata di contrattazioni della settimana le borse hanno avuto un avvio debole. In Europa la chiusura di Londra per festività ha ridotto la liquidità sui mercati che nella giornata hanno avuto un debole trend al rialzo. Le piazze di Milano e Parigi hanno chiuso la giornata in parità, mentre l’indice Eurostoxx 50 ha guadagnato lo 0,20%. Lato US continua la corsa sopra i 4.500 dell’S&P 500 che anche nella seduta odierna ha guadagnato mezzo punto. Bene anche il NASDAQ che è cresciuto dell’1,12%, al contrario chiude in territorio negativo il DOW JONES appesantito dai materials (-2,14%).

Martedì, giornata debole per i mercati finanziari, i dati macroeconomici non hanno fornito alcun motivo alle borse per crescere. Al contrario sul versante dei tassi obbligazionari governativi si è assistito ad uno, dei tanti che verranno, movimento al rialzo. Il tasso BUND decennale è aumentato di 6 basis points mentre il BTP a 10 anni è aumentato di 10 bp.

Mercoledì, apertura sulle righe per l’Europa che sulla scia dei guadagni asiatici ha aperto con segno +. La giornata è proseguita sull’onda dei dati PMI e si è conclusa con l’EuroStoxx che segnava un +0,74% riportandosi sopra i 4.200. Bene anche Parigi che guadagna oltre un punto percentuale, più arretrata, invece, la piazza di Milano. Sul fronte statunitense Wall Street ha chiuso la giornata sulla parità con i tassi della parte corta della curva in leggero rialzo.

Giovedì, apertura debole delle borse europee in attesa dei dati macroeconomici. Giornata che prosegue sui livelli di inizio giornata e si conclude sui livelli di inizio giornata. Bene solamente le Small Cap con il Russell 2000 che guadagna lo 0,74%. Leggero movimento al rialzo, invece, da parte del cambio Euro Dollaro che ha chiuso la giornata a quota 1.1875.

Venerdì, avvio di giornata tranquillo per i mercati finanziari, scossi solamente nel primo pomeriggio a causa dell’uscita dei dati sul mercato del lavoro statunitense.  Alle 14:30 i Nonfarm Payrolls hanno comportato uno spike al rialzo sul cambio euro dollaro seguito da un ritracciamento sul livello 1.1880. Nonostante il deprezzamento del dollaro il tasso decennale ha proseguito la salita guadagnando 4 basis points. La settimana si è conclusa con i principali indici europei in rosso e Wall Street segmentata, Dow Jones (-0,21%), S&P 500 sulla parità a quota 4.535 e il NASDAQ (+0,21%).

Single stocks

CARREFOUR, svendita totale: nella giornata di mercoledì il magnate del lusso Arnault ha venduto le sue quote di carrefour per un totale di 724 milioni di euro, circa il 5,7% dell’azienda, ponendo fine a un investimento di 14 anni. Il titolo nella giornata è sceso fino al 5,3%.

WELLS FARGO, passa con il rosso e attende la multa: il colosso statunitense ha iniziato a perdere terreno dopo che alcuni analisti di Bloomberg hanno riportato la notizia che la società potrebbe ricevere un’azione normativa legata ai tempi dei rimborsi

Monetary Policy

Sul fronte macro, nella giornata di lunedì sono stati pubblicati i dati relativi all’inflazione tedesca, in rialzo in alcuni distretti ma in linea con le aspettative sul dato aggregato. Il CPI tedesco su base annua si è attestato in linea con le aspettative al 3,9% in aumento rispetto al 3,8% del mese scorso.

Alle 11:00 è stato pubblicato il Consumer Confidence e l’Economic Confidence della zona euro. Se da un lato la fiducia dei consumatori è rimasta invariata sul -5.3, dall’altro  l’Economic Confidence non ha raggiunto le attese (118.0) posizionandosi a quota 117.5 (precedente 119.0).

Nella giornata di martedì sono stati presentati i dati relativi al CPI europeo, con il dato core registrato in leggero aumento rispetto alle aspettative (1,5%). Anche le stime sul CPI sono aumentate a quota 3,0% dal precedente 2,2%. In Italia il dato relativo al CPI armonizzato su base annua è cresciuto sensibilmente portandosi a quota 2,6% dal precedente 1,0% (atteso 2,1%).

Alle 16:00 il Conference Board Consumer Confidence, l’indice della fiducia dei consumatori statunitens,i ha subito un forte calo rispetto alla precedente rilevazione (129.1, 113.8 attuale). Il calo considerevole ha superato anche le aspettative che scontavano una diminuzione fino a quota (123.0).

Come previsto nella giornata di mercoledì hanno tenuto banco i Purchasing Managers Index sul settore manifatturiero. I Dati relativi alla manifattura europea sono rimasti stazionari anche nel mese di agosto attestandosi a quota 61.4 rispetto al precedente 61.5. Anche sul fronte statunitense non si sono registrati forti movimenti. Il dato di agosto è stato registrato a quota 61.1 allineato al precedente 61.2.

Giovedì, sul fronte US alle 14:30 sono stati pubblicati come di consueto i dati relativi al mercato del lavoro, dati che si sono rivelati più alti di quanto previsto. Le richieste di sussidio iniziali sono passate da 419K a 400K ma erano attese 385K. Al contrario le richieste di mantenimento sono risultate in rialzo (3.269k) sia rispetto alle aspettative (3.183K) sia rispetto alla settimana precedente (3.236k). Inoltre, sempre alle 14:30 è stata pubblicata la rilevazione del GDP USA relativo al secondo trimestre. Marginale l’incremento Quarter on Quarter (+0,1%) ma positivo il segnale per cui i contributi negativi vengono dalle scorte (-1.1%), dal canale estero (-0.4%) e dalla spesa pubblica (-0.4%).

Nella giornata di venerdì, i dati PMI del settore terziario e composito inerente alla zona euro, si sono attestati in linea con le aspettative, al contrario sul fronte statunitense il dato relativo ai Non-farm Payrolls hanno registrato un crollo dal precedente dato rivisto (1053K) all’attuale 235K. Il mercato prezzava un’aspettativa pari a 725K.

CONSIDERAZIONI FINALI E POSIZIONAMENTO LINEE DI GESTIONE

La settimana passata è stata caratterizzata da un sentiment propositivo sui mercati finanziari. I toni pacati di Jerome Powell sembravano aver tranquillizzato i gestori. Durante la settimana il mercato si è mosso come ci si attendeva e i dati sul mercato del lavoro rilasciati giovedì, hanno supportato la ripresa del segmento. Nonostante il mercato prezzasse una diminuzione nel segmento dei Non-farm Payrolls, nessuno poteva immaginarsi un crollo di circa ¾ degli occupati. L’immediata reazione del mercato si è manifestata sul deprezzamento del dollaro, riposizionatosi sul 1.189, e al contrario di quello che ci si potesse immaginare un movimento al rialzo della curva statunitense, quasi a sottolineare che il rialzo dei tassi avverrà.

Ad ogni modo la settimana passata si è conclusa con ulteriori record da parte dell’S&P 500 che ha segnato +0,58% e con il NASDAQ che ha guadagnato +1,42%. In Europa la settimana si è conclusa sulla parità per tutte le principali piazze, mentre l’indice Eurostoxx 50 si è riportato sopra i 4.200.

Sul fronte obbligazionario europeo i tassi, sia core che periferici, sono aumentati mediamente di 5 basis points, al contrario in US il treasury, nonostante lo spike registrato venerdì, ha concluso la settimana sul livello di lunedì (1,32%). Sul fronte valutario si è assistito ad un continuo e persistente deprezzamento del dollaro che nella giornata di venerdì ha raggiunto l’apice, nel cambio euro contro dollaro si è superata la soglia di 1.190.

Questa settimana sarà doveroso prestare nuovamente attenzione ai dati relativi al mercato del lavoro statunitense perché potrebbero confermare o mettere nuovamente in discussione il rallentamento del piano di acquisti.

Il posizionamento delle nostre linee di gestione si è confermato prudente e ci ha permesso di mantenere sotto controllo la volatilità e di chiudere la settimana in parità sui massimi.

Alla luce dell’andamento dei mercati estivi, il taglio del peso azionario che abbiamo effettuato ad inizio agosto non ha apportato particolari benefici in termini di performance del portafoglio ma è risultato decisamente efficace nel ridurre la volatilità e aumentare lo “spazio di manovra” per il futuro. Anche restando sottopeso azionario nel mese di agosto siamo riusciti a crescere come i principali mercati azionari e l’aumento della liquidità in portafoglio ci da ora la possibilità di valutare se impiegarla nuovamente o mantenerla a fini prudenziali.

Le linee a componente azionaria hanno proseguito la corsa su nuovi massimi, mentre rimangono stabili le linee a componente obbligazionaria.

Nota di merito: Prosegue in territorio positivo la linea PIR che si mantiene sui massimi.